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Anno edizione: 2011
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In questo libro Luttwak prosegue il lavoro svolto con nel suo "La grande strategia dell'impero romano" volgendo lo sguardo verso oriente. Testo molto più approfondito e ricco di documentazione del suo predecessore, frutto di un lavoro più che ventennale. Ciò che rende questo libro davvero notevole è l'esperienza in ambito militare di Luttwak che gli permette di muoversi agevolmente fra trattati strategici bizantini, evidenziandone elementi spesso trascurati dagli storici, digiuni di esperienza sul campo.
Chi ha letto e apprezzato "La grande strategia dell'Impero Romano" troverà in questo libro un'opera diversa ma altrettanto profonda e persino più erudita (molto più erudita) di quella. Luttwak ha recepito le critiche che gli sono state mosse per il primo libro: non si può attribuire una consapevolezza strategica all'elitè romana in assenza di fonti dirette. Ecco perchè il libro è molto, ma molto più denso di eventi storici, popoli, dinastie, matrimoni, così da far emergere la "strategia" bizantina con basi più solide. Il libro è diviso essenzialmente in tre parti: una prima di introduzione in cui viene analizzato l'irruzione degli unni e dei popoli nomadi dotati di arco composito ricurvo che mise in crisi la fanteria romana; la seconda dove viene analizzato l'aspetto diplomatico; la terza l'aspetto militare. E' interessante notare, per quest'ultima parte, il prevalere netto dell'analisi dei manuali militari bizantini su ogni esposizione storica di altro tipo (considerando la difficile reperibilità dello Strategikon e degli altri manuali, l'acquisto di questo libro di Luttwak varrebbe solo per i lunghi e ben commentati riassunti dei suddetti manuali). Alla fine, la "grande strategia" emerge in modo chiaro, ed è esplicitata in conclusione di volume.
Credevo di trovare interessate questo libro, invece è stato una grande delusione. Innanzitutto manca un capitolo sulla storia dell'Impero Bizantino, così in ogni capitolo la storia viene ripetuta di continuo dato che l'organizzazione del libro non è cronologica ma per argomenti. Vi assicuro che dopo 200 pagine non ne potrete più di leggere sempre le stesse cose. Secondo, questo libro ha ereditato il principale difetto che rende i libri di storia odiosi: pieno di nozioni e di date, date di nascita e di morte perfino dei più insignificanti personaggi, pieno di descrizioni (inutili) sulle più oscure popolazioni che vivevano nelle più piccole valli del medio oriente e dell'Europa, sulle battaglie più inutili, su storie dinastiche senza interesse. Una confusione totale. Il nozionismo serve solo all'autore per dimostrare quanto è stato studioso, non al lettore, che infastidito non ce la fa più. Fare un elenco del telefono non serve a niente, dato che è fondamentale, una volta fatto questo, prenderne un esempio aneddotico e da lì fare un'analisi. Insomma, sapevo che in questo libro si parlava di strategia, ma pedagogicamente è pessimo, mancando, come già detto, di un capitolo unitario che si occupi della storia cronologica dell'impero bizantino. Anche l'apparato iconografico è assente, a parte qualche cartina: per esempio, all'inizio si fa tutta una disanima sull'arco composito degli Unni e sulla sua importanza capitale nella storia contro i due Imperi romani, e non c'è nessuna immagine che mostri come è fatto! Per quanto riguarda questa edizione rilegata, che costa meno di quella in brossura (il mistero dei misteri), la spiegazione deve essere che si tratta di un'edizione non di buona qualità: le carte geografiche centrali recano degli errori (una è messa alla rifusa senza rispettare l'ordine cronologico: anno 527, anno 1025, anno 668?), e le lettere delle pagine mostrano in alcune parti sbavature evidenti. Il prezzo però è economico quindi il compromesso è accettabile.
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