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I grandi fatti - Paolo Febbraro - copertina
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I grandi fatti - Paolo Febbraro - copertina

Descrizione


In questo libro troverete brevi racconti sinistri come referti anamnestici, satire leggere, memorabili aforismi, e soprattutto apologhi di sapore storico, filosofico o teologico, nei quali i "fatti" monumentali e individuali sono consegnati all'interpretazione di un critico beffardo che si finge onnisciente come un dio. S'inizia con una riscrittura del mito di Edipo, dove la Sfinge, esasperata dall'insipienza umana, suggerisce lei stessa la soluzione dell'enigma al figlio di Laio, per poi subito annunciargli il prezzo della sua entrata nella civiltà: ossia la condanna a separare coscienza, inconscio e realtà esterna in un teatro in cui "le parole di fuori [sono] diverse da quelle di dentro". Più avanti "Eva" ci spiegherà il Male come un'autosuggestione maschile, che lei è costretta a nutrire in eterno con altre puerili finzioni. Ma nel frattempo ci si sarà imbattuti in alcuni densi ritratti di coppia come "Recensione", che alla distanza culturale imposta dal linguaggio sciolgono invece uno splendido, ragionato inno: "una comunicazione vera si basa sull'interruzione", annota qui l'autore, perché "se è continua e rilucente, la parola non comunica altro che sé stessa", mentre "l'emozione (...) crea distorsioni, cavità, corpi solidi e sondabili".
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Dettagli

2016
3 marzo 2016
110 p., Brossura
9788865987117

Valutazioni e recensioni

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alida airaghi
Recensioni: 4/5

Il titolo del volume allude all'intreccio dei contenuti oscillanti tra il commento - spesso ironico o amareggiato - dei grandi avvenimenti pubblici e il loro riflesso, tutto intimo ed emotivo, nella sensibilità dell'autore. Ci ritroviamo testimoni, come lettori, di un continuo e vibrante movimento tra realtà e finzione, privato e pubblico, alle prese con miti biblici, letterari, storici, ma anche con tutta una costellazione di mitologie personali: l'affettuoso ritratto del padre, gli amori, incidenti e tragiche malattie di amici, irridenti autobiografie. Paolo Febbraro rivendica una sua lettura molto umbratile e ricettiva della realtà, sia di quella immanente e incarnata nei giorni, sia di quella interiore e fantastica. I rapporti sentimentali si situano sempre in una zona fluttuante tra vicinanza e lontananza, adesione ed estraneità, quasi timorosi di esprimersi se non attraverso sguardi sfuggenti, gesti trattenuti, parole misurate. Se la prima sezione del libro ne condivide il titolo - "I grandi fatti" - quella conclusiva recupera ciò che si intravede nelle pieghe della storia: "Le cose dietro". Perché il vero si annida e si mimetizza anche o soprattutto nella cronaca quotidiana (il lavoro a scuola, la famiglia, l'ambiente urbano e naturale), ma si può intuire persino nelle invenzioni stralunate del fantastico e dell'assurdo, in una scrittura in bilico tra Pirandello, Buzzati, Borges, Kafka e Asimov, nel passato reinventato o in un futuribile angoscioso e sghignazzante. Nel mezzo, i "Lampi" di cinque paginette aforistiche che riflettono con disincanto e amarezza sulla caducità dell'esistenza, sul contrasto tra essere e apparire, sull'irrecuperabilità dell'innocenza. Febbraro commenta, rivelando un suo sguardo di clemente ed empatico "compagno di strada", i fatti grandi e minuti che ci riguardano tutti, ben sapendo che "la verità è una somma, ed è impossibile escluderne qualcosa".

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Paolo Febbraro

Poeta e saggista, è nato a Roma nel 1965. Tra i suoi lavori più recenti ricordiamo Il bene materiale (Scheiwiller, 2008), L’idiota. Una storia letteraria (Le Lettere, 2011) e Fuori per l’inverno (Nottetempo, 2014). Si occupa di letteratura e in particolare di poesia sulle pagine culturali del «Sole 24 Ore».

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