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Anno edizione: 2022
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Quest'opera raccoglie i testi tradotti e curati da L. Orlandini, di fatto costituiscono la prima parte rivista della Coscienza infelice del 1936 (tempi duri e tragici). I quattro testi costituiscono una lunga battaglia contro Kant, Hegel e in generale con tutta la filosofia che si basa sulla necessità della ragione. Quel che colpisce, però, è la critica a Kierkegaard, Nietzsche e Heidegger, contrapposti a Dostoevskij e a Sestov, del quale Fondane si dichiara seguace. La filosofia ci ha condannato a credere nella ragione e nella sua necessità esplicativa rendendo illusoria la libertà, la sofferenza e la concretezza dell'esistere. In questa assolutezza della ragione sono intrappolati anche Kierkegaard e Heidegger. Heidegger con la sua opera "Che cos'è la metafisica" sembra aprire uno spiraglio dal momento che il niente non deriva dalla negazione logica ma viceversa. Questo niente si manifesta nell'angoscia come in Kierkegaard. Senonché questi filosofi tentano di spiegare concettualmente l'inspiegabile e finiscono a riconfermare la necessità dell'essere nella sua razionalità, con la conseguente subordinazione del soggetto e il venir meno della sua liberta, negata dalla Fede (K.) o dalla storia dell'essere come evento che giustifica anche il mondo della tecnica e perché no, aggiungo, i campi di concentramento e sterminio. L'ultimo capitolo su Husserl mette in evidenza l'apoteosi della ragione trascendentale che con la riduzione fenomenologica sospende, mette da parte, tutto ciò che non è evidente alla ragione medesima. Solo Sestov e Dostoevskij hanno avuto il coraggio di esaltare l'assurdo perché il vero e proprio peccato è la conoscenza a scapito della vita.
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