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Dopo la lettura di Hotel. Camere di riflessione di Mino Pica (giornalista e scrittore), è chiaro che in questo albergo – che è l'anima – una stanza sia riservata a se stessi. Un luogo dove nascondere il peggio o il meglio delle cianfrusaglie di se stessi. Scope, ramazze, paure, vizi, nuovi e vecchi difetti, inspiegabili irrazionalità dettate dalle circostanze, oppure solamente vecchie speranze. Vecchie, appunto: calpestate o semplicemente seccate al sole. Questo libro è quindi unico e preferisco evidenziare due caratteristiche della sua unicità: la prima è la buona dose di coraggio (ma anche di sfrontatezza e una stilla di amarezza), con cui l'autore riesce a esporre una serie di istantanee dell'esistenza umana odierna e della «apprensione continua di rincorrere ciò che consumiamo senza perché, ogni singolo giorno». E sono proprio il vivere di ogni giorno, la ricerca di un lavoro – «disoccupati a tempo indeterminato [...] interessati a qualsiasi lavoro [e una] lunga lista di rifiuti» –, le relazioni, il morbo della socialità in rete e l'apparire, a far diventare necessario questo soggiorno in Hotel per ritrovare se stessi, per riflettere sui giorni, forse più su quelli a venire che su quelli passati. La seconda caratteristica è, forse, meno legata alla qualità della scrittura di Pica, ma che di sicuro influisce notevolmente sulla capacità narrativa del romanzo. L'autore seleziona un elenco di brani musicali della scena indie e rock e associa un pezzo ad ogni capitolo del libro chiedendo espressamente di ascoltarlo durante la lettura. La scelta è molto azzeccata e l'accostamento suggestivo. Un espediente originale, inaugurato in parte con Cucina interiore (precedente lavoro dell'autore), e creativo sulla scia del multimediale fatto in casa, che è in grado di far scoprire tanta buona musica a chi magari non è un esperto del genere. Una lettura edita da Lupo, casa editrice salentina attiva ormai da più di vent'anni sempre alla ricerca di curiosità e sperimentazione.
ho soggiornato attentamente ma velocemente tra le camere di questo 'hotel' per la fame che alimentavano sulla propria identità. alcune camere sono pennellate a tinte forti sui muri, altre delicate e confortevoli come la prima culla, altre sono delle canzoni scritte nella memoria dell'anima ma tutte rappresentano un'inevitabile e (spesso) evitata tappa dell'unico reale percorso utile, quello verso di se!!! un libro schietto, originale, poetico, onirico, reale, riflessivo... decisamente rock per suggestioni oltre che richiami musicali! assolutamente da leggere!!!
Un libro da leggere ASSOLUTAMENTE, come nella vita bisogna ASSOLUTAMENTE fermarsi per riflettere e guardarsi dento. Bisogna capire chi siamo! E' un bisogno che non si può nascondere, che non si può evitare. Fermarsi per trovare sè stessi è un pò come fermarsi per qualche notte in un .. "HOTEL"! :)
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