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H :||: N si pone in continuità con l'album precedente grazie ai due nuovi membri della band, Floor e Troy. Tema centrale è il rapporto tra l'Uomo e la Natura in tutte le sue forme, da quelle più primordiali a quelle più armoniose proiettate verso il futuro, sempre rimanendo onirici, fiabeschi e poetici. L'album è vincitore del prestigioso premio "Metal of the year" celebrato nel 2021 al Emma Gaala. Con 25 anni di gloriosa carriera, i Nightwish non deludono mai.
H:||:N è il nono album dei Nightwish, Symphonic metal band finlandese che non ha bisogno di grandi presentazioni; naturale prosecuzione del precedente in quanto a tematiche incentrate sulla natura, e l'universo che qui si portano fino all'esplorazione della natura umana così com'è ai giorni nostri. Sin dal primo ascolto si sente che sono loro, in un mix di vecchio e nuovo, dove riprendono sonorità storiche che richiamano i brani del passato come se volessero dire "Ecco, siamo sempre noi, arriviamo sempre dallo stesso filo conduttore"; non è un album semplice, il fan storico come me resta spiazzato perché c'è tanta sperimentazione, Floor finalmente ha dei pezzi dove sfrutta la sua voce ai massimi livelli (una fra tutte Shoemaker che è di fatto una celebrazione all'omonimo geologo, con una parte lirica finale che per quanto bellissima è totalmente slegata dal resto del brano). Ogni pezzo narra qualcosa ed esalta l'uso di uno strumento (pensiamo a Troy in Harvest, a Kai in Tribal, ad Emppu in Endlessness), portandoci dentro un viaggio che solo la mente geniale di Tuomas Holopainen può produrre. Il secondo cd è interamente strumentale, un unico brano diviso in 8 tracce con solo alcune parti lette nell'ultimo, meraviglioso, "Ad Astra". E' un secondo cd che non sa di Nightwish ma di immensità compositiva di Tuomas, meraviglioso e commovente all'ascolto in cuffia. E' un album che necessita di molti ascolti, stupisce e lascia basiti ma sono sempre loro, in un modo così diverso ma così simile a se stessi che non si può non amarlo comunque e non averlo. Unica pecca grossissima, per la quale do un 4, è la palese mancanza di Marko Hietala che , finalmente, prende il suo spazio nel bellissimo ultimo brano, Endlessness, dove la sua voce, il suo timbro, la sua potenza vocale, rapiscono e fanno rimpiangere amaramente la sua presenza fortemente penalizzata nell'intero album. Se siete fan dei Nightwish è assolutamente un'opera da avere!
Bellissimo album (doppio), forse uno dei migliori della band! Un viaggio attraverso l'antropologia e la natura selvaggia. Consigliatissimo!
Recensioni
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