Archivio del suono
Non molti conosceranno questo dato: le vendite dei dischi in vinile crescono costantemente da dieci anni a questa parte. Moda? Nostalgia? Si vedrà.
Ma certamente quella che si era ritrovata ad essere una nicchia di irriducibili è oggi una moltitudine che cresce e che merita un prodotto all'altezza.
Per loro nasce la serie Archivio del suono, dedita alla pubblicazione di grandi album del passato della musica italiana, rimasterizzati a dovere e in grado di restituire la magia del suono analogico.
COME AVVIENE LA RIMASTERIZZAZIONE DI UN VINILE?
I nastri di studio su cui venivano registrati e conservati i master originali dei dischi sono supporti destinati ad un processo degenerativo e di deterioramento fisico, causato dal materiale stesso che li costituisce.
Il superiore dei tre strati che solitamente compongono un nastro magnetico, utilizza un collante per fare aderire le particelle magnetiche che, a causa di diversi fattori ambientali, con il passare del tempo tende a sciogliersi, incollando le spire del nastro le une alle altre e rendendone così impossibile la riproduzione.
Il primo passaggio di questa catena di restauro consiste nel rendere riproducibili i nastri in queste condizioni, i cosiddetti “sticky tapes”.
Il metodo utilizzato è quello di riscaldarli in un forno termostatato e ventilato a controllo digitale, che fa sciogliere la colla e rende riproducibile il nastro.
A questo punto il nastro rigenerato viene prima trasferito su un nuovo nastro al fine di mantenere una nuova copia analogica del master originale e successivamente riprodotto su un lettore analogico e digitalizzato attraverso una conversione AD (Analog-Digital) ad uno dei più alti standard tecnici, 192 khz 24 bit.
Quello che accade in questo processo di digitalizzazione, chiamato campionamento, è la trasformazione di un segnale analogico continuo (in questo caso una variazione magnetica sul nastro) in una serie ordinata di informazioni numeriche, quindi digitali (dall’inglese digit = numero). Più è alta la frequenza di campionamento, più sarà dettagliata la quantità di informazioni registrate digitalmente, in questo caso 192000 al secondo, oltre 4 volte superiore alla frequenza di campionamento di un normale CD.
Una volta che la registrazione è stata digitalizzata, diventa riproducibile infinitamente senza alcuna perdita di qualità (cosa che invece avviene nei sistemi meccanici) e ciò diventa indispensabile per la fase successiva della lavorazione: il restauro e la rimasterizzazione del contenuto musicale.
La musica viene processata attraverso una strumentazione specifica per rimuovere gli eventuali disturbi, ad esempio il rumore di fondo, e per compensare eventuali deficit causati dalla degradazione del supporto e della strumentazione utilizzata all’epoca della registrazione originale, in modo da restituire alla musica il sound voluto dai musicisti e dai tecnici che hanno lavorato alle registrazioni originali e ottimizzandolo attraverso la tecnologia odierna più evoluta.
Da questa rimasterizzazione di altissima qualità si crea la matrice che verrà utilizzata per la stampa del disco in vinile.
Grazie a questa procedura è possibile godere del suono e delle dinamiche peculiari degli storici supporti analogici, restaurati e riportati al loro massimo splendore.