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Il volume raccoglie scritti elaborati negli anni quaranta e cinquanta e il curatore spiega le ragioni di questo progetto editoriale. La celebre Storia dell'idea di Europa,uscita nel 1961, aveva infatti, sull'argomento, oscurato altri scritti di Chabod, scomparso nel 1960. Si riscopre ora, grazie a Platania, uno storico che riflette sulle ipotesi di continuità o frattura tra la prima età moderna e il medioevo; sull'importanza del Rinascimento a patto che non venga studiato come "un blocco monolitico compatto da capo a fondo", "uno dei più gravi errori in cui siano incorsi molti studiosi del Rinascimento stesso"; sulle conseguenze dirompenti della scoperta del Nuovo mondo per quel che concerne la cultura degli uomini del Vecchio mondo; sulla concezione della civiltà europea nel Settecento e nell'Ottocento, nonché sul rapporto nazione-Europa nel pensiero di Mazzini e di Cavour, "il primo grande italiano moderno". Nel primo saggio, per esempio, intitolato L'originalità del Medioevo: interpretazioni storiografiche a confronto, Chabod osserva come la teoria della continuità tra il medioevo e il Rinascimento sia "una non legittima esasperazione dell'esigenza dello storico di scorgere (
) il quadro d'insieme"; a fianco di questa esigenza ne emerge un'altra, "quella di penetrare nel fondo di ogni singola età, di vederne non solo i caratteri generali e particolari comuni con l'altra età, bensì e innanzitutto i caratteri specifici". Anche gli altri saggi contengono spunti di riflessione. In La civiltà europea di fronte ai nuovi mondi Chabod mette in luce quanto fosse vaga la conoscenza del mondo da parte degli antichi: "Inizia così a crollare l'idea della superiorità degli Antichi, che aveva avuto un ruolo decisivo all'epoca dell'umanesimo e del Rinascimento".
Frédéric Ieva
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