Immagini di cristallo

Racconti scritti da un giovane Kawabata Yasunari tra il 1926 e il 1932. La raccolta è sicuramente interessante per comprendere il percorso narrativo e personale dello scrittore giapponese. Vengono infatti giù toccati i “temi” che troveremo nelle sue opere più mature ( la donna-il femminile, la morte, l’amore..) così come il legame con la tradizione e l’apertura alla modernità. Tuttavia, questi racconti svelano la loro natura giovanile nel passare da un registro all’altro non rivelando ecletticità, bensì, per così dire, uno stile non autentico e proprio ma ancora in fase di sviluppo. Credo che questo sia evidente nella separazione degli elementi, che invece, nelle opere mature, troviamo fusi in modo equilibrato e peculiare: i primi tre racconti ( “Locanda termale”, “Ritorno da Izu” e “La sposa sacrificale”)sembrano essere scritti da una penna, mentre gli ultimi due (“Immagini di cristallo” e “La maschera mortuaria”), non a caso i più “recenti”, da un’altra. Il racconto che da il titolo alla raccolta sicuramente colpisce per la sperimentizione (un flusso di coscienza, una forte occidentalizzazione sia per tematica che per il linguaggio..) ma, a tratti, diviene illeggibile, così come le altre storie brevi mostrano anemia, perdendosi in un descrittivismo un po’ fine a stesso tanto da risultare noioso. Forse sarebbe giusto considerarli tutti e cinque come esperimenti, come prove a cui l’autore si sottopone, per studiarsi, per capire quanto e come riesce a muoversi in ambiti diversi: esercizi, scritti “di maniera”, ancora mancanti di vis e anima. Solo quando affinerà gli strumenti, lo scrittore riuscirà a raggiungere l’armonia, la naturalezza nell’eterogenità in una trama ben orchestrata ed il giusto ritmo. Mi sento di consigliarne la lettura solo a coloro che hanno intenzione e desiderio di approfondire e comprendere il percorso di Yasunari.

Uno tra i migliori romanzi della narrativa giapponese. Consigliato.