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Essendo stato amico di Gilberto Oneto (purtroppo non più tra noi), e collaboratore dei Quaderni Padani, sento di dover precisare quanto segue. Oneto non era un "noto leghista". Era un identitario e indipendentista, accostatosi alla Lega negli anni in cui (forse ingenuamente) si poteva credere nella serietà delle sue intenzioni. Non ha mai preso ordini dalla Lega e non avrebbe accettato ordini da alcuno. Dopo il 2000, Oneto fu emarginato dalla Lega e anzi osteggiato e denigrato (in maniera vergognosa e disonesta). Il Cerchio, infine, nulla ha a che vedere con lefevriani e simili compagnie (che comunque hanno tutto il diritto di potersi esprimere). E' una casa editrice di matrice cattolica ma assolutamente non confessionale e non codina. Non un'opera edita da Il Cerchio può dirsi confessionale, tradizionalista in senso lefevriano e nemmeno politica nel senso banale del termine. Gli amici del Cerchio guardano all'Europa cristiana medievale, un modello che anche un ateo o un pagano, un homo sanza fede come chi scrive, può apprezzare e perfino rimpiangere. Si può condividere o meno ma resta il fatto che da quella casa editrice sono pubblicati testi di straordinario interesse, anche solo dal punto di vista scientifico. Riguardo al libro, mi sembra che (come tipico di Oneto), si appoggi soprattutto alle considerazioni espresse da autori del tutto estranei alle sue posizioni (meta) politiche. Tanto dovevo.
Una sequela di manipolazioni, mezze verità e falsità vere e proprie come da tempo non era dato vedere. L'autore prende come fonte degna di fede praticamente tutta la libellistica anti-unitaria senza nemmeno premurarsi di andare a verificarne l'attendibilità. E il risultato è evidente, un coacervo di menzogne senza nessun fondamento dettate solamente da risentimento e rabbia. Ho dovuto dare come voto uno perché di meno non era possibile dare, altrimenti uno zero carbonella sarebbe stato meritato. Uno dei pochi libri che dopo aver letto ho buttato direttamente nel cestino dei rifiuti. Terribile.
Un altro manifesto di propaganda leghista. Delusione.
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