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Anno edizione: 2010
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Io lo considerai, valutandone le tematiche, lavoro per e di sopravvivenza filosofica ed extrafilosofica; perché il fenomeno del nichilismo era una comprensione possibile entro il termine della stessa filosofia, destinazione particolare esiziale in una destinazione generale; infatti per certi eventi la filosofia era vana o era fatta vana dalla ostilità contro la prudenza di vivere. Dunque la riflessione sul nichilismo si era rivelata una vittoria intellettuale ed una resa in certo senso politica. Dal passo storicamente fatale dell’Idealismo alla alternativa ontologica, attuata secondo considerazioni non unitarie di Essere ed Ente, restava la scoperta di una Struttura della conoscenza fenomenologicamente poi autorivelatasi sotto il dominio delle aporie esercitato dallo stesso nichilismo culturale ed extraculturale che dava necessità di ritornare agli Antichi. Ma tutto ciò non conduceva la ragione filosofica ad un senso e non dava neanche futuro alla sola decisione della filosofia; che pure esistendo ancora era in tale destino più necessaria dello stesso Ritorno. Penso che queste Istituzioni siano sorrette dalla forza del rifiuto della fine, che aveva fatalità psicologica proprio sullo stesso agire certo, restando però per il filosofo assai chiaro che la epistemologia era distinta dalla estrema caduta psicologicamente segnata quale esito collettivo non finalismo individuale. Il pensiero fondativo conseguente ne era una costruzione mentale di mentalità, ciò che pareva un controsenso ma che era forza creativa dell’esistere e del continuare ad esistere filosoficamente. Per tale motivo questo libro oggi sarebbe attualissimo perché reca una costruzione da singolarità a pluralità e in un mondo funestato da una mortale mancanza di saggezza, per la quale la filosofia è, di fatto, forza di un presente per un futuro. Anche da tale presente se ne deduce il suo passato. MAURO PASTORE
La chiarezza teoretica di Severino lascia senza parole.Le frequenti analogie che utilizza sono sicuramente gradevoli e non sminuiscono per niente il rigore e la chiarezza dei concetti esposti. Ottimo libro che consiglio di integrare con la sua storia della filosofia moderna.
Percorso teoretico che attraverso lo sviluppo rigorosamente logico e la potenza dell'argomentazione storico-filosofica conduce il pensiero a tappe inesorabili dal realismo ingenuo del senso comune fino all'idealismo, nel quadro sostanzialmente giustificato della visione storica e speculativa della filosofia hegeliana. Soltanto velatamente affiora, in un risvolto positivo, la particolare posizione dell'autore nella propria interpretazione degli esiti inevitabilmente idealistici del processo storico del pensiero. Testo che non può essere evitato da qualunque cultore serio di filosofia e imprescindibile per una comprensione tecnicamente speculativa dell'idealismo.
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