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Anno edizione: 2023
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Un'opera pionieristica di narrativa distopica, che ha in comune con Noi di Zamjatin, Il mondo nuovo di Huxley, 1984 di Orwell l’allucinata visione di una società spersonalizzata, dominata da uno Stato poliziesco.
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Interessante il raffronto tra Kallocaina e 1984 pubblicati a distanza di pochi anni l'uno dall'altro. Il primo scritto da una Svedese omosessuale all'inizio del conflitto mondiale, il secondo da un Americano qualche anno dopo la fine del conflitto. Inaspettatamente c'è più speranza in Kallocaina che in 1984.
Romanzo distopico che narra la storia della popolazione di un ipotetico Stato Mondiale di abitanti completamente spersonalizzati, utili solo a servire, che non possiedono nulla perché tutto è di proprietà dello Stato il quale pensa a tutto; devono solo lavorare, chiedere il permesso per uscire, devono consumare poca corrente e tenere le luci basse, sui muri di casa c’è un “orecchio della polizia” che li controlla anche in privato. L’ unica cosa rimasta è il loro pensiero intimo. Il protagonista, il chimico Leo Kall inventa questo magico siero della verità( appunto Kallocaina ), che dopo averlo provato in cavie umane, induce le persone a rivelare tutto ciò che pensano. A questo punto viene istituita la legge che condanna “il crimine di pensiero ostile allo Stato”. Lo “Stato è tutto, il singolo niente”. Oppure “superstiziosa concezione del passato, che lo Stato sia fatto per noi, invece che noi per lo Stato”.
Sono felicissima che sia stato riscoperto un pilastro della letteratura distopica come questo, influenzato da Noi di Zamyatin e precursore di Huxley e George Orwell.
Recensioni
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