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La capacità di Orietta Cicchinelli è quella di riuscire a raccontare in modo leggero ma al contempo tanto profondo vicende che in altre occasioni probabilmente non avrei mai letto nè conosciuto. Già dalle prime pagine del racconto ti rendi conto che quella storia è molto di più. Perchè raccontare le vicende di un personaggio reale, e per di più pure scomodo, non è mai impresa semplice. Eppure Antonio detto "la volpe" sta li, rigo dopo rigo, pagina dopo pagina e in qualche modo ti conquista. Perchè non c'è solo la sua criminalità, emerge anche un lato umano fatto di debolezze che ci accomuna. Il percorso è lungo: ci si pone un quesito, se davvero indossare un paio di scarpe "sbagliate" abbia condizionato il flusso della sua vita, si incontrano criminali efferati (alcuni membri della Banda della Magliana) e personaggi a tratti surreali fino ad arrivare ad una sorta di redenzione con la decisione di collaborare con la giustizia. E' una storia che scorre da sola, eppure a tratti ti devi fermare e riflettere. Perchè il più della storia la Cicchinelli lo fa emergere qua e la tra le righe. Dove non te lo aspetti. Mi sono chiesta infine se la storia vera di un uomo possa diventare una grande metafora. Quante volte ci siamo trovati a combattere guerre non nostre a causa di qualcosa di sbagliato? Ecco, questo è ciò che è accaduto ad Antonio. Testo che consiglio vivamente
Avvincente libro-verità sulla parabola di vita di un antieroe. Una cicatrice nell'anima - uno scherno subito per un paio di scarpe troppo grandi - segna l'adolescenza di Antonio, che si lascia reclutare dalla criminalità organizzata e sedurre dai falsi miraggi del denaro facile. Con una prosa asciutta e potente, e un'attenta descrizione del contesto, Orietta Cicchinelli va dritta al cuore del lettore, trascinandolo da spettatore dentro la guerra di camorra degli anni '80. Il libro accende scintille emotive, ricordandoci la labilità del confine tra bene e male e l'opportunità di scegliere prima di perdere se stessi. Non è mai troppo tardi. "Il male fatto non si può cancellare", ma Antonio riscatta almeno in parte se stesso: collabora con la giustizia e riscopre il senso della vita negli affetti più profondi. Nella dolce normalità. Dentro le regole.
Può il fato condizionare le scelte della vita? Può il nostro vissuto influenzare e guidare inesorabilmente il corso della esistenza, scegliendo il male e tutto ciò che ne consegue? Può il destino essere influenzato dalla necessità- causa indigenza familiare - di dover indossare un paio di scarpe troppo grandi, appartenenti a tuo padre? Tante le domande per le quali cerco una risposta dopo aver letto "Il karma in un paio di scarpe", l'ultimo bel libro scritto dalla collega giornalista Orietta Cicchinelli. Protagonista Antonio che per vendetta, dopo essere stato deriso a scuola, sceglie di porre la sua intelligenza al servizio della criminalità organizzata, in particolare della camorra di cutoliana memoria. Sarà un crescendo di intimidazioni, soprusi e omicidi, sfociati nel carcere, e poi nella scelta finale della dissociazione e della collaborazione con lo Stato. Un sopravvissuto a se stesso che oggi si interroga sul suo passato, al quale appaiono sempre in sogno le sue vittime, che ripensa a questa guerra inutile che ha combattuto e che lo ha lasciato, inevitabilmente, senza forze. E forse, mai come in questo caso, risuona vero quel verso della celebre canzone di Ivano Fossati che apre la narrazione, secondo Il quale i cattivi, così cattivi non sono mai. Eppure Antonio sembra non farsi troppi scrupoli, sposando in toto la causa del male. Si integra perfettamente tra i vertici della Camorra anni '80, passa molto del suo tempo nelle patrie galere, a contatto con criminali efferati, uno su tutti Angelo Izzo, tra gli autori del massacro del Circeo. Fino alla definitiva collaborazione con le autorità giudiziarie. Una storia cruda ma, nonostante tutto, raccontata con leggerezza, grazie alla penna di Orietta e alla sua capacità di scavare tra le pieghe dei personaggi, criminali ma pur sempre uomini con le loro debolezze. Un libro che si legge tutto di un fiato e ti resta dentro. Perché va oltre la cronaca per privilegiare l'Introspezione psicologica.
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