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Anno edizione: 2016
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Rupert Thomson è uno scrittore che merita di essere esplorato. Ci sono giunto attraverso la lettura di "Morte di un'assassina, pubblicato da Einaudi (Collana Stile Libero) che mi è piaciuto molto, anche perché si trattava di una narrazione insolita, decisamente fuori dall'ordinario e molto di qualità. Da questo punto di partenza ho cercato di rintracciare altre sue opere tradotte in Italiano, e l'ho fatto anche se con molta fatica, poichè non sono più disponibile nel mercato librario cartaceo, benché di pubblicazione relativamente recente. Alcuni li ho potuti rintracciare second hand attraverso Il Libraccio. E quindi a poco a poco ho cominciato a leggere i suoi romanzi. Ho fatto fatica a portare avanti sino alla fine "Le cinque porte dell'Inferno", benchè anche questo fosse decisamente originale. Ma la sorpresa vera è arrivata con "Katherine..." che ha sin dalle prime battute monopolizzato in modo assoluto la mia attenzione. IL romanzo è decisamente una storia di ricerca e di formazione, iniziata in verità come un viaggio alla ricerca di una dissoluzione del proprio sé che, a poco a poco, attraverso un lavoro costante dei ricordi che vanno via via emergendo, consente alla giovane protagonista Katherine di desiderare di nuovo di riallacciare i rapporti con il suo passato dal quale si sente sradicata ed esule. Katherine affronta un lungo dal noto all'ignoto, verso lande sempre più desolate e fredde, passando da Berlino ad Arcangel'sk in Siberia, per poi approdare infine in un luogo sperduto delle Isole Svalbard, quasi ricercando un punto di contatto con le sue origini, essendo lei stata, prima ancora che figlia dei suoi genitori, figlia di una provetta. E questo viaggio in luoghi che diventano immediatamente luoghi della mente e, nello stesso tempo, la fitta attività di fantasticherie di Kit si svolgono su note affascinanti: sino alla fine si vuole andare avanti assieme a lei per capire dove il suo percorso la porterà, se sarà veramente verso l'annientamento di sé.
Rupert Thomson è uno scrittore che merita di essere esplorato. Ci sono giunto attraverso la lettura di "Morte di un'assassina, pubblicato da Einaudi (Collana Stile Libero) che mi è piaciuto molto, anche perché si trattava di una narrazione insolita, decisamente fuori dall'ordinario e molto di qualità. Da questo punto di partenza ho cercato di rintracciare altre sue opere tradotte in Italiano, e l'ho fatto anche se con molta fatica, poichè non sono più disponibile nel mercato librario cartaceo, benché di pubblicazione relativamente recente. Alcuni li ho potuti rintracciare second hand attraverso Il Libraccio. E quindi a poco a poco ho cominciato a leggere i suoi romanzi. Ho fatto fatica a portare avanti sino alla fine "Le cinque porte dell'Inferno", benchè anche questo fosse decisamente originale. Ma la sorpresa vera è arrivata con "Katherine..." che ha sin dalle prime battute monopolizzato in modo assoluto la mia attenzione. IL romanzo è decisamente una storia di ricerca e di formazione, iniziata in verità come un viaggio alla ricerca di una dissoluzione del proprio sé che, a poco a poco, attraverso un lavoro costante dei ricordi che vanno via via emergendo, consente alla giovane protagonista Katherine di desiderare di nuovo di riallacciare i rapporti con il suo passato dal quale si sente sradicata ed esule. Katherine affronta un lungo dal noto all'ignoto, verso lande sempre più desolate e fredde, passando da Berlino ad Arcangel'sk in Siberia, per poi approdare infine in un luogo sperduto delle Isole Svalbard, quasi ricercando un punto di contatto con le sue origini, essendo lei stata, prima ancora che figlia dei suoi genitori, figlia di una provetta. E questo viaggio in luoghi che diventano immediatamente luoghi della mente e, nello stesso tempo, la fitta attività di fantasticherie di Kit si svolgono su note affascinanti: sino alla fine si vuole andare avanti assieme a lei per capire dove il suo percorso la porterà, se sarà veramente verso l'annientamento di sé.
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