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La cospirazione delle colombe - Vincenzo Latronico - copertina
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La cospirazione delle colombe
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La cospirazione delle colombe - Vincenzo Latronico - copertina
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Descrizione


Lottiamo con ogni forza per inseguire il successo, il denaro, la felicità. Ma cosa fare quando il talento non basta e il gioco pulito non conduce a niente? Quanti fallimenti ci vogliono perché una colomba si trasformi in falco? "La cospirazione delle colombe" è la storia di questa trasformazione. Alfredo Cannella è figlio di un ricco imprenditore veneziano; Donka Berati è un orfano albanese, approdato all'Università Bocconi con una borsa di studio. Sono ambiziosi, decisi a prendersi tutto ciò che credono di meritare: fra loro nasc un'amicizia che li accompagnerà lungo traiettorie parallele ma spesso sovrapposte, costellate di speculazioni finanziarie, rischiosi passi falsi, truffe e grandi progetti immobiliari. Entrambi affrontano la propria carriera come una sfida: Alfredo per dimostrare al padre quanto si sbagli a considerarlo inetto e viziato, Donka per ribellarsi al destino in apparenza già segnato. Ma quando una sfida non finisce nel migliore dei modi, chi vuole vincere deve ricorrere ai peggiori. Sullo sfondo di un'Europa unita dai flussi economici, e una Milano dalle colossali trasformazioni urbanistiche, Vincenzo Latronico intesse un racconto di ampio respiro, animato da grandi passioni - l'ambizione, l'invidia, l'amore -, che tocca un problema morale al cuore della società contemporanea: le ragioni, le giustificazioni e le scuse per cui tradiamo chi si fida di noi.
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Dettagli

2011
11 maggio 2011
387 p., Brossura
9788845267123

Valutazioni e recensioni

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Gian Michele
Recensioni: 1/5

Tante parole, ma poca sostanza. Alla fine lascia l'amaro in bocca, soprattutto per il tempo perso.

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patroclo
Recensioni: 3/5

intanto una cosa: questo é il primo romanzo nella mia vita nel quale un giudizio moderatamente positivo si trasforma in negativo a causa della famosa "morale" o - piú semplicemente - di un finale che ho trovato un pó disonesto nei confronti del lettore. non dico altro per non creare spoiler... Latronico é poi un ottimo cronachista ma per la scrittura mi ha ricordato Saviano - prosa spesso molto faticosa, legnosa, insomma autore che sembrerebbe non baciato da un talento di scrittore vero - ma il voto sarebbe stato comunque piú alto - il giudizio migliore, senza quel finale, dove vincono i cattivi ma quelli meno cattivi, e (forse) perdono i cattivi quelli cattivi davvero. all'attivo invece alcuni personaggi "potenti" (primo tra tutti secondo me l'albanese Donka Berati, tanto sfumato nelle sue azioni e reazioni da sembrare il piú reale tra i protagonisti del libro) e appunto il tentativo - parzialmente riuscito - di mettere mano alla versione italiana del romanzo sulla cattiva finanza lo scrittore resta comunque da seguire....seppure, leggendo alcune sue pagine Internet mi viene il sospetto che la sua natura sia sopratutto di ottimo saggista e critico?

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giovanni todde
Recensioni: 5/5

gran bel libro

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Voce della critica

"Donka Berati era in parte felice dei successi di Alfredo Cannella. In altra parte no". Si può rendere in un'unica frase la complessità di un libro corposo, denso (quattro personaggi principali che si incrociano in un arco di tempo di circa dieci anni), ambizioso (economia, storia, finanza e sociologia a sostenersi e a combattersi dalla prima all'ultima pagina)? No. Ma ci si può andare vicino: Donka Berati è un giovane e brillante albanese in corsa per un dottorato in storia economica alla Bocconi. Alfredo Cannella, suo coinquilino e padrone di casa, anche. I due sono amici, complici, si vogliono bene in modo cameratesco e discreto. Nemmeno la notizia che Donka ce l'ha fatta, il dottorato è suo, riesce a scalfire il loro rapporto. Apparentemente rassegnato, infatti, Alfredo accetta la proposta del padre e va a lavorare nella sua azienda edile. Tutto sembra obbedire alle leggi che regolano il mondo, con un pizzico di giustizia in più: l'immigrato orfano, meritevole, Donka, ottiene il lavoro per cui ha lottato, il viziato figlio di papà fallisce, ma viene tratto in salvo dalla salda mano familiare che guida, protegge e detta il passo. Ebbene, è un lieto inizio ingannevole questo, perché Alfredo Cannella non è solo il ragazzino supponente che ha aspirato ad Harvard senza esservi ammesso (mentre Donka c'è stato, anche se per poco); Alfredo Cannella è un falco e non si accontenterà di sbrigare il lavoro che papà gli fa arrivare sulla scrivania. In breve speculazioni edilizie, corruzione, utilizzo spregiudicato dei media gli permetteranno di mettersi in proprio, di piombare sul mercato immobiliare con gli artigli pronti ad agguantare quanto serve a scalare la vetta e diventare qualcuno. Così mentre all'università Donka studia, insegna, scrive articoli che giornali e riviste pubblicano a firma del suo professore, Alfredo scommette, vince, sbaglia, perde tutto e poi scommette di nuovo, in America, abbandonando lungo la strada scrupoli e rimpianti. Si crede ancora una colomba ma si è falchizzato del tutto: il dottorato è un lontano ricordo. Il filo che unisce i due amici si assottiglia, diventa invisibile. Eppure Donka è felice dei successi di Alfredo. O almeno crede, finché non lo vede con Drina al funerale del professore. Lei è il motivo per cui anni prima è stato espulso da Harvard; lei che è sexy, intelligente, affermata nel suo lavoro di terapista di uomini di successo, diventa il simbolo di qualcosa a cui si può rimediare, la possibilità di una svolta, di un cambiamento. Così un po' alla volta la colomba pacifica e laboriosa si attiva, alleandosi con un'altra colomba, un compatriota che ha scommesso e perso in Albania e adesso a Milano vende kebab. E non si tratta certo di mettere in piedi un'attività pacifica e laboriosa. Si parte dai fratelli immigrati che devono mandare ogni mese i loro guadagni al paese: Donka ed Eltjion prestano soldi, li anticipano, li inviano all'estero, li rubano. Speculano come gli uomini che sono atterrati in Albania come dischi volanti nel 1991 e ne sono ripartiti nel 1996 lasciando dietro di sé macerie e padri di famiglia ridotti in miseria. Speculano come gli uomini che li hanno rovinati. Sono peggio dei falchi, quindi, queste colombe che si alleano, anche perché a quanto sembra, sulla lunga distanza, l'avranno sempre vinta. Raccontata così questa storia sembra una parabola negativa in cui nemmeno la dicotomia falchi/colombe funziona più come riferimento. Invece è molto altro. Vincenzo Latronico è riuscito a costruire un mondo in cui ogni principio etico ha perso il suo significato assoluto per acquistarne uno relativo, contingente alle circostanze del momento. Un mondo in cui il male che ci hanno fatto può essere il male che domani faremo. Merito di un'intelligenza capace di raccontare finanza e sociologia attraverso le pieghe di una storia dolorosa in cui successo e fallimento si susseguono impietosamente, in cui i personaggi sembrano prigionieri delle proprie ambizioni e dei propri desideri inesauditi. Merito di una scrittura seducente che addolcisce i meccanismi finanziari più aridi e li rende intriganti, che ci interessa alla sorte di un egocentrico antipatico come Alfredo Cannella, che ci commuove quando concede qualche riga alla fragilità dei rapporti umani, al modo in cui le persone si cercano, si tessono una tela intorno che può durare anni ma che va maneggiata con cura per non farla spezzare. La cospirazione delle colombe non è quindi solo una bella storia di tradimenti e rivincite personali, è un libro che si legge gustando di pagina in pagina il sapore del successo, scoprendo che il piacere di affermarsi e prevalere aumenta con la lettura, si associa a Donka, ad Alfredo, poi di nuovo a Donka; che ci fa sentire cattivi e appagati finché non arriviamo alla fine del romanzo e ci sembra di capire che chi ha vinto ha lo stesso sapore amaro in bocca che sentiamo noi da quando abbiamo chiuso il libro. Giusi Marchetta

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Conosci l'autore

Vincenzo Latronico

1984

Vincenzo Latronico è un autore italiano. Tra i suoi romanzi, Ginnastica e rivoluzione (2008) e La cospirazione delle colombe (2011), entrambi con Bompiani. Ha tradotto, fra le altre cose, opere di Hanif Kureishi, F. S. Fitzgerald e Max Beerbohm; collabora a «La Lettura» del «Corriere della Sera» e alla «IL» il mensile del «Il Sole 24 Ore». Nel 2012 con La cospirazione delle colombe ha vinto il premio Bergamo e il premio Napoli. Nel 2022 sempre per Bompiani pubblica Le perfezioni, libro candidato al Premio Strega 2023. Nel 2023 pubblica per Einaudi La chiave di Berlino.

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