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Vincitore del Premio Pulitzer per la narrativa 2018
Problema: sei uno scrittore fallito sulla soglia dei cinquant'anni. Il tuo ex fidanzato, cui sei stato legato per nove anni, sta per sposare un altro. Non puoi andare al suo matrimonio, sarebbe troppo strano, e non puoi rifiutare, sembrerebbe una sconfitta. Sulla tua scrivania intanto languono una serie di improbabili inviti da festival ed editori di tutto il mondo. Domanda: come puoi risolvere entrambi i problemi? Soluzione: accetti tutti gli inviti, se sei Arthur Less. Inizia così una specie di folle e fantasioso giro del mondo in 80 giorni che porterà Less in Messico, Francia, Germania, Italia, Marocco, India e Giappone, riuscendo a frapporre migliaia di chilometri tra lui e i problemi che si rifiuta di affrontare. Cosa potrebbe andare storto? Tanto per cominciare, Arthur rischierà di innamorarsi a Parigi e di morire a Berlino, sfuggirà per un pelo a una tempesta di sabbia in Marocco e arriverà in Giappone troppo tardi per la fioritura dei ciliegi. In un giorno e in un luogo imprecisati, Less compirà i fatidici cinquant'anni: questa seconda fase della vita gli arriverà addosso come un missile, trascinando con sé il suo primo amore e anche l'ultimo.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Arthur Less, che sta per festeggiare il suo cinquantesimo compleanno, è uno scrittore gay che ha visto rifiutare dalla casa editrice il suo ultimo romanzo. Da nove anni convive con Federico (Freddy). Quando si erano conosciuti Arthur aveva una quarantina d'anni e Freddy venticinque. Poi un giorno d'autunno era finita. Freddy gli aveva annunciato che si vedeva con uno che "voleva che lui fosse monogamo"; lui gli aveva promesso di esserlo. "Poi qualche mese dopo, ecco nella posta di Less l'invito alle nozze: Federico Pelu e Thomas Dennis annunciano il loro matrimonio". Less per sfuggire a quelle nozze decide di fare uno sgangherato giro del mondo, che lo porterà a New York, a Città del Messico, a Torino, a Berlino, in Marocco, in India e in Giappone. Il romanzo è il racconto di questo viaggio, che ci permette di approfondire la conoscenza di Less ma anche di affezionarci a questo eterno fanciullo, che mal digerisce di essere arrivato alla soglia dei cinquantanni. Sulla copertina del libro è raffigurato Less con un completo blu, che aveva acquistato in un negozio Ho Chi Minh. Less lo aveva scelto perché era un blu "squillante", un punto di colore "tra l'oltremare e i sali di cianuro, tra Vishnu e Ammone, tra Israele e la Grecia, tra il logo della Pepsi e quello della Ford". Quell'abito gli stava bene, e con quello addosso Less si sente se stesso. Senza quell'abito Arthur Less non esiste. Quando lo perderà in India gli dispiacerà molto.
Da premesse perfette, derivate da una combinazione tanto pazzesca, non mi sarei aspettata una delusione così cocente. Il peggior romanzo di Greer. Il libro si presentava con la sua trama tragicomica, un personaggio che nulla aveva a che vedere con i precedenti già presentati al pubblico. La trama non regge, diventa seccante, noiosa e pone il lettore in condizioni di doversi arrendere almeno ad un miglioramento e non più al capolavoro. Il finale è scontatissimo, non vi è nemmeno crescita personale del protagonista. La penna di Greer sembra voler accontentare le mode, sembra essere diventata grezza, fin troppo semplice. Una delusione che nemmeno quei momenti che si promettevano comici potevano bilanciare il disastro, perchè per me di questo si tratta. Se volevate qualcosa che fosse in linea con "Le confessioni di Max Tivoli" e "La storia del mio matrimonio", fermatevi. II libro non offre nulla pur essendo un premio Pulitzer.
Delusione. Dalla trama e dalla fiducia che ripongo nei premi Pulitzer mi aspettavo decisamente di più. Non è una bocciatura completa, è romanzo discreto, una storia tragicomica sul consapevole disagio di noi introversi quando dobbiamo avere a che fare col mondo, abbinato all'abbattimento che si può avvertire quando ad un certo punto della vita ci si rende conto di non aver combinato poi molto. Si riesce a provare sufficiente empatia con il protagonista e lo si segue piacevolmente nei suoi viaggi. È abbastanza divertente, abbastanza tenero, abbastanza nostalgico, la scrittura è fresca e scorrevole... Ma non mi è bastato. Leggevo e pensavo: "Questo stesso premio l'ha vinto Pastorale Americana! Il Cardellino! Middlesex!" ( giusto per citarne alcuni fra i miei preferiti )... E mi spiace ma siamo proprio su un altro pianeta. Ripeto: non lo boccio, ma per i miei gusti è un po’ troppo all’acqua di rose. Insomma, non aspettatevi il romanzo sconvolgi-vita. Mi ha ricordato un po' Hornby in versione americana ( però Hornby è meglio ).
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