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Lessico di biopolitica - copertina
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Lessico di biopolitica
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Lessico di biopolitica - copertina

Descrizione


La biopolitica oggi è al centro di un dibattito reso sempre più vivace da una serie di problemi che, da vari anni, segnano quest'epoca: l'esplosione dei conflitti interetnici dopo il "crollo del muro", l'allarme crescente per i nuovi flussi migratori, il moltiplicarsi planetario delle emergenze sanitarie, lo sviluppo incalzante delle biotecnologie, l'acuirsi della questione ecologica, il dilagare delle politiche di sicurezza, l'imporsi della sollecitudine umanitaria a proteggere militarmente popolazioni indifese, facendo anche quantità indefinite di vittime inermi. In tutti questi casi si manifesta chiaramente una questione biopolitica poiché è in gioco un rapporto diretto fra l'esercizio del potere e la vita.
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Dettagli

2006
1 aprile 2006
382 p., Brossura
9788872854310

Voce della critica

Con il termine biopolitica si deve intendere non una categoria concettuale astratta, bensì l'attuazione e l'affinamento da parte del potere di pratiche e modalità di controllo, gestione e assoggettamento della collettività. Detto questo, è comprensibile che nasca, in studiosi che hanno dedicato estrema attenzione alle trasformazioni sociali, culturali e politiche della contemporaneità, la necessità "di 'fare il punto' sulla biopolitica", come scrive Marzocca nell'introduzione, il quale peraltro non nasconde il debito degli autori verso Michel Foucault, che a partire dagli anni sessanta ha dato il via a quel tipo di ricerca, da lui stesso definita genealogica, tesa a indagare le dinamiche che conducono tanto all'assoggettamento degli individui quanto al costante tentativo di controllo e valorizzazione della vita. I diversi autori (lodevole ci pare il tentativo di coinvolgere filosofi della politica, antropologi e sociologi) si soffermano su quelle figure peculiari quali "ambiente", "cittadinanza", "controllo sociale", "corpi", "discipline", "stato di eccezione", che hanno determinato, proprio a partire dalla storia recente del ventesimo secolo, un cambiamento sostanziale nel modo di intendere la vita e le politiche necessarie per salvaguardarla, tutelarla, controllarla. A tal proposito, lo stesso Marzocca, soffermandosi sul significato del termine biopolitica, coglie nel segno quando scrive che "storicamente può essere riconosciuta innanzitutto nelle pratiche di governo che tendono a garantire e a rafforzare la salute del corpo collettivo, riferendosi soprattutto a quattro grandi campi di intervento, al centro dei quali si collocano altrettante problematiche cruciali: natalità, morbilità, abilità, ambiente". Lo stesso Foucault parlava di "governamentalità", ponendo in tal modo l'accento non più sul singolo individuo da controllare e assoggettare, ma su un intero sistema sociale che diventa sempre più complesso e ramificato. È con la biopolitica che il corpo sociale si trasforma in "omnes et singulatim".
  Gianluca Giachery

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