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Liberalfascismo. Come i liberali distruggono la democrazia e ci portano in guerra
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Liberalfascismo. Come i liberali distruggono la democrazia e ci portano in guerra - Giorgio Cremaschi - copertina
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Liberalfascismo. Come i liberali distruggono la democrazia e ci portano in guerra

Descrizione


Stiamo assistendo al ritorno del fascismo. O meglio alla sussunzione dei metodi autoritari del fascismo all’interno dell’ideologia e dei principi liberali come esito della radicalizzazione a destra del sistema neo-liberalista e della cosiddetta globalizzazione liberista, la politica economica che ha dominato il mondo negli ultimi decenni. In quest’ottica, la vittoria di Javier Milei in Argentina non è che la versione sfacciata e barbara delle dinamiche economiche da tempo imperanti nell’Unione Europea e in molti altri paesi occidentali. In un contesto nel quale il liberismo economico si è radicalizzato e ristretto, la dimensione egemonica globalista è scomparsa e si è tornati alla difesa degli interessi del cortile di casa, i reazionari nazionalisti sono tornati alla ribalta, a scapito delle sinistre social-liberali. Giorgio Cremaschi ci esorta a smascherare il fascismo del XXI secolo, che esiste e ci minaccia, al pari di quello delle camicie nere di un secolo fa, sebbene i milionari di oggi non indossino più marsina e cappello a cilindro. Comprendere cosa e perché sta avvenendo è la condizione per reagire.
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Dettagli

2024
24 maggio 2024
214 p., Brossura
9791222309163

Valutazioni e recensioni

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Fersand1944
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C'è ancora la democrazia?

Quello che mi appare interessante di questo libro di Cremaschi è il ripercorre la storia che ha portato i lavoratori italiani a perdere qualsiasi diritto di quelli conquisati con le lotte fino agli anni ’80. L’avvenimento simbolo inizio della restaurazione è la cosiddetta “Marcia dei 40.000” (che poi 40.000 non erano) del 1980, marcia antisciopero organizzata dalla FIAT per fronteggiare la lotta degli operai; li iniziò il cedimento dei sindacati CGIL, CISL, UIL, che da allora non si è più arrestato. Seguirono poi, cito velocemente e non tutto, il blocco, temporaneo, della Scala mobile nel 1984, diventata definitivo nel 1992, la legge antisciopero del 1990, l’abolizione del Contratto Nazionale nel 1992, il “Pachetto Treu” che introduceva il lavoro a tempo determinato nel 1997, il Patto di bilancio europeo, del gennaio 2013 con la regola del “pareggio” , per finire con il “Jobs act” di Renzi del 2014 che prevedeva la libertà di licenziare delle aziende anche in assenza di “giusta causa”. Un processo assimilabile a quello della”rana bollita” descritto da Noam Chomsky, una serie di piccoli cambiamenti, singolarmente non particolarmente pericolosi a cui l'animale si adatta, ma che infine conducono alla morte della rana, nel nostro caso alla morte dei diritti dei lavoratori. La democrazia occidentale è diventata una democratura (vedi Treccani) cioè un sistema in cui si vota, ma poi l’azione politica non è mai conforme alle aspettative degli elettori, le libertà di opinione, di informazione esistono ancora sul piano formale ma sono piano piano corrose. Ho trovato inoltre condivisibile la posizione di Cremaschi riguardo alla crisi climatica, nel suo breve capitolo si indicano i presupposti per risolverla al di là dei vani proclami, degli appelli retorici e dei messaggi sottintesi e mistificatori (“comprate l’auto elettrica").

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Francesco Giacomantonio
Recensioni: 5/5
Riflessioni su una deriva inquietante del modello neoliberale.

Sulle aporie del modello politico neoliberale, divenuto dominante nella società globalizzata, il dibattito è da anni ricco di interventi e, in questo scenario, va a collocarsi utilmente la lettura di Cremaschi, sostenendo una tesi rilevante. Egli infatti sottolinea che la diffusione sempre maggiore dell’ideologia liberale più estrema e dell’esaltazione di alcuni suoi elementi legati all’efficienza, al profitto, all’individualismo, alla competizione, al dominio, si va sempre più associando a metodi autoritari di tipo fascista, determinando l’affermazione di un contesto reazionario nazionalista a scapito delle sinistre social-liberali. Il testo di Cremaschi non ha una configurazione accademica, non essendo strutturato con note bibliografiche, ma è un saggio che delinea con chiarezza e scorrevolezza un’analisi incisiva della situazione attuale sia italiana che internazionale, cogliendo con acume molti elementi importanti che stanno segnando una regressione civica, politica e sociale della sfera democratica, lavorativa e istituzionale.

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