L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Anno edizione: 2015
Anno edizione: 2016
Promo attive (1)
Indice
Prefazione
Decisioni, decisioni
Benjamin Libet. Se non ora, quando?
Libero arbitrio e neuroscienze new wave: binomio impossibile?
Buone intenzioni
Situazioni difficili
Libero arbitrio ed evidenza scientifica
Bibliografia
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Ennesima persona che si arrampica sugli specchi pur di non ammettere di essere un minuscolo ingranaggio all'interno dell'universo.
Alfred Mele confuta qui le sempre più diffuse tesi scientifiche secondo cui il libero arbitrio è un'illusione, in quanto l'essere umano è profondamente condizionato nelle sue azioni sia dai suoi neuroni sia da fattori ambientali."Oggi sono essenzialmente due gli argomenti scientifici contro l'esistenza del libero arbitrio (free will). Il primo afferisce alle neuroscienze e sostanzialmente afferma che tutte le nostre decisioni sono prese inconsapevolmente, e quindi non liberamente. L'altro argomento è legato alla psicologia sociale e sostiene che fattori di cui siamo inconsapevoli esercitano su di noi una influenza tale da non lasciare spazio al libero arbitrio". Mele contesta queste affermazioni analizzando criticamente, e con qualche pedanteria, gli esperimenti scientifici che le suffragherebbero, convinto che contestare la libertà di coscienza produrrebbe solo un aggravio dei comportamenti negativi all'interno dell'ordine sociale, in quanto molti si potrebbero ritenere non responsabili delle proprie azioni delittuose o comunque colpevoli. In particolare l'autore polemizza con le tesi del neurofisiologo statunitense Benjamin Libet che trent'anni fa scoprì che il tempo intercorrente tra l'esecuzione di un atto e il rendersi conto di farlo è di 0,5 secondi, dimostrando così che la vera causa delle nostre azioni non sarebbero le intenzioni coscienti e la nostra volontà, bensì un'attività inconscia del cervello. Contro tale interpretazione, Alfred Mele difende l'esistenza della libero arbitrio da un punto di vista filosofico, ritenendolo baluardo irrinunciabile della dignità della persona. E irride anche alle tesi della psicologia sociale, secondo cui siamo talmente condizionati dall'ambiente familiare e sociale, dalla genetica, dalle abitudini e dalle convenzioni, dalle ideologie religiose e politiche, dall'educazione e dall'istruzione impartitaci, che non resta alcuno spazio per l'iniziativa autonoma e per la libertà di azione e di pensiero.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore