L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Promo attive (0)
Rimettere in valore la libertà individuale: è questo oggi l'obiettivo più fortemente condiviso - persino troppo condiviso - tra coloro che si propongono di riformare la società italiana. Ma che cosa si oppone a questa volontà? Cos'è che rende difficile, e in Italia particolarmente impervio, un così generalizzato proposito? Tre sono le dimensioni che meglio esprimono la nostra fragilità, alle soglie del cambio di millennio: una collocazione internazionale ai margini del mondo ricco, che pone serissimi vincoli alle nostre scelte collettive; una debolezza storica delle nostre strutture istituzionali, con il conseguente instabile equilibrio tra un esasperato localismo e un inefficiente centralismo; infine, un debito pubblico di dimensioni eccezionali.E' in questo scenario che l'autore delinea per il nostro paese i cardini di una soluzione liberale, un termine che puntigliosamente distingue da «liberista»: una politica di immigrazione controllata, meno costosa, oltre che più civile, di quanto non risulterebbe da una cieca chiusura; una coerente politica della difesa; un programma federalista «debole», da realizzare a una velocità variabile, dettata dallo sviluppo economico, e da accompagnare al decentramento amministrativo. Alle risposte ai vincoli italiani si aggiungono un'azione sulla struttura salariale e una politica della scuola, individuate come strumenti paralleli per operare in profondità un rinnovamento economico-sociale. Infine, viene delineata una «politica del mercato», tesa a ridurre senza troppi traumi l'ingessatura dei privilegi e dei finti privilegi. L'importante è non illudersi che un progetto del genere possa essere condiviso da tutti. Se davvero vuole vincere, il liberalismo deve cominciare a riconoscere con precisione i propri nemici.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore