(Brno 1901 - Praga 1949) poeta ceco. Dopo una breve adesione alla poesia proletaria, già nelle sue prime raccolte (Seppia, 1927, nt; Il gallo spaventa la morte, 1930, nt), solo esteriormente apparentabili ai funambolismi verbali del poetismo, annunciò le costanti della sua ispirazione: la morte e il nulla. Motivi macabri affastellati con eloquenza barocca, squarci apocalittici di un mondo in disgregazione sono i temi delle successive raccolte (Il volto, 1931, nt; Spalancato, 1936, nt), resi con una sintassi ellittica che, sopprimendo i nessi, conferisce alle singole parole una ruvida evidenza. Fanno eccezione i versi di Vecchie donne (1935, nt), dove il nichilismo del poeta si attenua e il dolore è cantato con toni da litania. Dopo il patto di Monaco, H. insorse con biblica violenza contro l’Europa, colpevole di aver permesso il tragico smembramento della Cecoslovacchia (Torso di speranza, 1938, nt). Nelle ultime raccolte (Accordo, 1942, nt) l’energia visionaria di H. si stempera in una pacata malinconia, in accenti di sensuale abbandono.