(Hannover 1772 - Dresda 1829) scrittore tedesco. Amico di Novalis, di Tieck e degli altri romantici, fiero avversario letterario di Schiller e di Goethe, benché dotato di una formazione classicista di stampo winckelmanniano, con il fratello August Wilhelm pubblicò dal 1798 al 1800 la rivista «Athenäum». Visse a Jena, Berlino, Parigi (1802-04); poi, stabilitosi nel 1808 a Vienna e convertitosi al cattolicesimo, divenne uno stretto collaboratore di Metternich (partecipò ai lavori del Congresso di Vienna e venne con lui in Italia nel 1819) e uno dei massimi teorici della Restaurazione. Tra le sue opere letterarie, ricordiamo il dramma classicistico Alarcos (1802) e Lucinde (1799), romanzo a sfondo autobiografico che suscitò scalpore per il suo intento di conciliare amore sensuale e amore spirituale. Ben più importanti i suoi scritti critici e filosofici, fra cui Sul valore dello studio dei greci e dei romani (Vom Wert des Studiums der Griechen und Römer, 1794), Storia della poesia dei greci e dei romani (Geschichte der Poesie der Griechen und Römer, 1798) e soprattutto i Frammenti (Fragmente, 1798) pubblicati nell’«Athenäum» (seguiti dalle originalissime Idee, Ideen, del 1801), tentativo di fondere in una lingua concentrata, pregnante, ricca di paradossi, elementi poetici, filosofici e religiosi. S. diede l’avvio alla poetica romantica, sostenendo la necessità di svincolare la letteratura dai modelli classici. Nelle ultime opere (Storia della letteratura antica e moderna, Geschichte der alten und neuen Literatur, 1815) lavorò a una storia letteraria di taglio sistematico.