Scrittore afroamericano.
Attivista del movimento per i diritti civili negli anni cinquanta e sessanta, Baldwin ha narrato la condizione dei neri d’America e si è battuto per l’integrazione razziale.
Ha trattato nei suoi libri il tema dell’omosessualità, spesso suscitando polemiche anche all’interno della comunità nera.
Dal 1948 in poi ha trascorso la sua esistenza tra la Francia del Sud, dove è morto nel 1987, e New York. Ha scritto romanzi, opere teatrali e saggi, tra cui: Gridalo forte (1953), Mio padre doveva essere bellissimo (1955), La camera di Giovanni (1956), Un altro mondo (1961), La prossima volta, il fuoco (1963), Blues per l’uomo bianco (1964), Stamattina, stasera, troppo presto (1965), L’angolo dell’amen (1968), Sulla mia testa (1979), Il prezzo del biglietto (1985). Nel 2019 viene pubblicato Un altro mondo (Fandango).
PERCHÈ SCRIVO (da The Paris Review. Interviste, vol.2 - Fandango 2010).
C'è stato un momento preciso in cui ha capito che avrebbe fatto lo scrittore e non qualcos'altro?
Sì. Quando è morto mio padre. Finché era vivo pensavo che mi sarei dedicato ad altro. Volevo fare il musicista, avevo pensato di fare il pittore e anche l'attore. Tutto questo prima dei diciannove anni.
Era impensabile che un nero potesse fare lo scrittore in questo paese. ...
Mio padre non pensava fosse possibile - pensava che mi avrebbero ucciso.
Diceva che stavo contestando le definizioni dei bianchi, ed era vero. Ma avevo anche imparato da lui cosa pensava delle definizioni dei bianchi. Era un uomo pio e religioso e per certi versi era un uomo meraviglioso, per altri tremendo.
Morì quando nacque il suo ultimo figlio e mi resi conto di dover fare un salto - un vero balzo. Avevo fatto il predicatore dai quattordici ai diciassette anni. Forse è stato proprio grazie a questi tre anni che sono diventato uno scrittore.