Regista statunitense. Impara il mestiere cominciando da gregario alla 20th Century Fox e già a ventun anni realizza la satira horror Schlock (1971), che ne anticipa lo stile irriverente e canzonatorio, ritenuto ancora offensivo nei sacrari hollywoodiani dell'epoca. Nel 1978 tuttavia i tempi sono maturi per l'irruzione di Animal House, antesignano del genere poi detto «demenziale», in cui abbina la goliardia del campus universitario alla forza esplosiva dell'allora sconosciuto J. Belushi in un mix di situazioni catastrofiche non tanto da satira trasgressiva quanto finalizzate al puro divertimento dello spettatore. Consapevole della forza di Belushi, il regista lo lancia due anni dopo assieme a D. Aykroyd sulle strade impazzite di The Blues Brothers, inventandosi un «crash-movie» lievitato con strepitose esecuzioni musicali e ruzzoloni da slapstick. L. diventa così un idolo del pubblico giovanile e contribuisce a svecchiare gli stili dell'intrattenimento. Da fan dell'horror, nel 1981 affronta il classico tema dell'uomo-lupo e in una azzeccata trasposizione britannica, prima rurale e poi metropolitana, ambienta Un lupo mannaro americano a Londra, senza questa volta trasgredire più di tanto i canoni della paura pur nel contesto divertito dell'insieme. Dopo aver girato il celebre horror-video Thriller per M. Jackson, nel 1983 sbanca il botteghino con l'esilarante commedia Una poltrona per due, in cui mette in luce il genio comico di E. Murphy. In seguito, come tutti gli innovatori, risente dello scorrere del tempo e nelle pellicole successive ricicla i meccanismi già collaudati senza tuttavia riuscire a ripetere il miracolo dei primi lavori. Da segnalare Il principe cerca moglie (1988), ancora con E. Murphy, e Delitto imperfetto (1998).