(Columbus, Mississippi, 1914 - New York 1983) drammaturgo statunitense. Di famiglia puritana, emigrò dopo la laurea al Nord, dove condusse vita sradicata. Il suo primo grande successo fu il dramma Lo zoo di vetro (The glass menagerie, 1945), che presenta già alcuni motivi centrali del suo teatro: la disperata solitudine di figure femminili in bilico tra la fragilità del sogno e una realtà violenta e impietosa dominata dal maschio; la civiltà in disfacimento del Sud abulico e corrotto. Seguirono altri drammi: Un tram che si chiama desiderio (A streetcar named desire, 1947), La rosa tatuata (The rose tattoo, 1951), La gatta sul tetto che scotta (Cat on a hot tin roof, 1955), Improvvisamente, l’estate scorsa (Suddenly, last summer, 1958), La dolce ala della giovinezza (Sweet bird of youth, 1959), La notte dell’iguana (The night of the iguana, 1961), In un bar di Tokyo (In the bar of a Tokyo hotel, 1969). Spesso discusso per la concentrazione ossessiva su pochi temi (la patologia sessuale, la degradazione personale e collettiva, lo sfacelo fisico), il teatro di W. si risolve in un’analisi vigorosa della violenza primitiva sottesa alla civiltà americana: analisi condotta con un linguaggio drammatico di grande intensità, in cui il sensazionale si fonde con il lirico, e la rappresentazione di realtà stravolte produce grandiose allegorie. Nell’ultima fase della sua attività W. si è avvicinato al modello pinteriano con Crève-Coeur (1978, nt), dramma sulla dissoluzione della coppia. W. è anche autore di racconti e romanzi, che non si discostano dalla tematica del suo teatro (La primavera romana della signora Stone, The roman spring of Mrs. Stone, 1950).