Iniziò giovanissimo la carriera giornalistica, fondando e dirigendo la rivista Numero nel 1945-1946 su cui venne pubblicato il Manifesto del Realismo. Collaborò a L'Italia Libera, organo del Partito d'Azione, al Corriere Lombardo e alla Libertà di Piacenza. Divenne poi redattore di Epoca e inviato speciale del Corriere della Sera dal 1954 al 1969. Fu il primo giornalista ad intervistare un Papa, Paolo VI, nel 1965. Diresse quindi per due anni il Gazzettino di Venezia, prima di diventare commentatore politico del Tg2. Varie altre testate lo ebbero come corrispondente prima di tornare al Corriere prima come corrispondente, poi come Direttore dal 1977 al 1984, quando poi la testata fu coinvolta nello scandalo della P2. Divenne da quell'anno opinionista per La Repubblica con cui collaborò fino alla morte. Insegnò giornalismo nelle università di Parigi e di Pavia, sposato ebbe due figli.