Nato a Barletta nel 1925, si trasferì ancora bambino a Roma, dove, giovanissimo, militò nelle file della Resistenza con le Brigate Garibaldi, partecipando alle azioni armate dei Gap. Dopo la Liberazione si iscrisse al Partito comunista. Nel 1945 entrò all’«Unità», di cui divenne direttore nel 1956. Negli anni sessanta gli fu affidato l’incarico di segretario regionale del Pci in Puglia. Dal 1968 deputato in Parlamento, nel 1973 entrò nella Direzione nazionale del partito e nella segreteria di Enrico Berlinguer. Alla fine degli anni ottanta appoggiò la trasformazione del Pci in Partito democratico della sinistra, partecipando poi alla costituzione dei Democratici di sinistra, e infine del Partito democratico. È stato presidente del Cespe. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo Il silenzio dei comunisti (con Vittorio Foa e Miriam Mafai, Einaudi 2002), Il midollo del leone. Riflessioni sulla crisi della politica (Laterza, 2010), La mia Italia. La Republica, la sinistra, la bellezza della politica (Donzelli, 2015). È morto a 91 anni a Roma il 21 marzo 2017.
«Ricordo Alfredo poco più di un anno fa, seduto di fronte alla mia scrivania in casa editrice, con in mano la bozza della copertina del suo ultimo libro, 'La mia Italia'. Mi disse con tono che non ammetteva repliche: “nel sottotitolo ci voglio l’espressione ‘la bellezza della politica'. Che la politica sia una cosa bella è quello a cui ho sempre creduto, da quando facevo il partigiano”.
La bellezza della politica: che terribile azzardo; che meravigliosa speranza.» - Carmine Donzelli