Ancora molto giovane si trasferì a Milano dove praticò sia la musica che la pittura (secondo la tecnica del Divisionismo).
Conobbe gli esponenti del Futurismo, di cui firmò il 1° manifesto nel 1910; e nel '13, dopo l'uscita dei 3 manifesti sulla musica futurista di F.B. Pratella, all'amico e sodale dedicò L'arte dei rumori che prospettava una musica orchestrale fatta non di suoni ma appunto di rumori.
Nel corso degli anni inventò e sperimentò pubblicamente diversi "intona-rumori" (il primo a Modena nel 1913 davanti a un foltissimo pubblico). Nel 1914 tenne a Milano, con un'orchestra formata interamente da intonarumori, un concerto di proprie composizioni: Il risveglio di una città, Consegna d'automobili e d'aeroplani, ecc. provocando un'indescrivibile gazzarra. Nel 1921 a Parigi tenne un concerto nel quale accoppiava gli intonarumori ai comuni strumenti dell'orchestra e il suo Quintetto per pf., vl., un "frusciatore", un "gracidatore" e un "gorgogliatore", destò l'interesse di Ravel e Stravinski. Dallo scoppiatore passò al piano enarmonico. Il rumorarmonio e l'arco enarmonico incuriosirono e in qualche modo ispirarono anche Edgar Varèse. All'uopo compose alcune musiche piuttosto stravaganti: come che sia, il rumore doveva diventare un parametro della musica del '900.
Da: Dizionario di musica classica, a cura di Piero Mioli, edizioni BUR 2006
Dizionario Ricordi della musica e dei musicisti, Ricordi 1959