È uno storico latino, tra i più importanti dell'antichità. Le sue opere maggiori, gli Annales e le Historiae, raccontano la storia dell'Impero romano del I secolo, dalla morte dell'imperatore Augusto (nel 14) , fino alla guerra giudaica dell'imperatore Tito (nel 70).
Le poche informazioni sulla vita e sull'ambiente in cui visse Tacito ci giungono principalmente dagli indizi delle sue opere e dalle lettere del suo amico Plinio il Giovane.
Si suppone che Tacito sia nato tra il 56 e il 58 d.C., forse a Terni ai tempi in cui Nerone diventava imperatore, o forse nella Gallia Narbonense, secondo altre testimonianze.
Si ritiene fosse di discendenza nobile, da un ramo sconosciuto della gens romana patrizia Cornelia. L’amicizia con Plinio il giovane ha fatto comunque supporre agli storici un'uguale estrazione sociale dei due: ceto equestre, ricchezza significativa e provenienza provinciale.
Cominciò la sua carriera politica sotto Vespasiano; sotto Tito fu tribuno o edile, sotto Domiziano pretore. Gli studi di retorica lo portarono a esercitare l'avvocatura, e, come Plinio, potrebbe aver studiato sotto Quintiliano. Sposò la figlia di Giulio Agricola, illustre politico, con un matrimonio altolocato. Nell'89, dopo aver presieduto alla celebrazione dei giochi secolari, pare abbia lasciato Roma, con la moglie, fino al 93: probabilmente durante questi anni fu in Germania, dove conobbe luoghi e popoli che poi descrisse.
Sopravvisse con le sue proprietà al regno del terrore di Domiziano; nel 97 gli venne conferito il consolato durante il principato di Nerva, diventando il primo della sua famiglia a ricoprire tale carica. Durante questo periodo raggiunse i vertici della sua fama di oratore nel pronunciare il discorso funebre per il famoso soldato Virginio Rufo.
La sua prosperità continuò sotto Traiano, quando ebbe anche il proconsolato in Asia, nel 112 o nel 113, come provato dall'iscrizione trovata a Milasa. Morì, forse, tra il 116 e il 125; ma molti storici pongono la data della morte durante il regno di Adriano.