Industriale, ingegnere, intellettuale, editore, politico, urbanista e innovatore delle scienze sociali, Adriano Olivetti è figlio di Camillo Olivetti (fondatore a Ivrea della Ing C. Olivetti & C, la prima fabbrica italiana di macchine per scrivere). Uomo di grande rilievo nella storia italiana del secondo dopoguerra, ha da sempre seguito valori di cultura e di progresso, distinguendosi per i suoi innovativi progetti industriali reinvestiti a beneficio della comunità.
Dopo essersi laureato in chimica industriale al Politecnico di Torino, nel 1924 inizia l'apprendistato nell'azienda paterna come operaio.
Dopo un viaggio negli Stati Uniti, in cui visita decine di fabbriche fra le più avanzate, torna in Italia con l’intento di modernizzare la Olivetti, avviando anche il progetto della prima macchina per scrivere portatile: la MP1 uscita nel 1931.
Nel 1938 diviene presidente dell’azienda, subentrando al padre. Fonda la rivista «Tecnica e Organizzazione» e pubblica vari saggi di tecnologia, economia e sociologia industriale. A Ivrea avvia la progettazione e costruzione di un quartiere residenziale per i dipendenti, su progetto degli architetti Figini e Pollini. In ambito industriale, è sua l’introduzione dell'orario di lavoro da 48 a 45 ore settimanali, a parità di salario, in anticipo sui contratti nazionali di lavoro.
Nel 1956 diventa membro onorario dell'American Institute of Planners e vicepresidente dell'International Federation for Housing and Town Planning; nel 1959 è nominato presidente dell'Istituto UNRRA-Casas, creato in Italia per la ricostruzione post-bellica. Nel 1955 vince il Compasso d'Oro per meriti conseguiti nel campo dell'estetica industriale e, nel 1956, il Gran Premio di architettura per "i pregi architettonici, l'originalità del disegno industriale, le finalità sociali e umane, presenti in ogni realizzazione Olivetti".
Tra la fine degli anni Quaranta e la fine dei Cinquanta la Olivetti porta sul mercato alcuni prodotti destinati a diventare veri oggetti di culto per la bellezza del design, come la Lexikon 80 (1948), la macchina per scrivere portatile Lettera 22 (1950), la calcolatrice Divisumma 24 (1956).
In Svizzera, dove si era rifugiato durante la guerra a causa della sua attività di antifascista, scrive il libro L'ordine politico delle comunità, base teorica per un'idea federalista dello Stato. Nel 1948 fonda a Torino il "Movimento Comunità" che s'impegna per la realizzazione del suo ideale di comunità in terra di Canavese. Nel 1946 inizia a pubblicare la rivista «Comunità» che diventa un punto di riferimento culturale; lo stesso anno trasforma la casa editrice NEI (Nuove Edizioni Ivrea), che aveva precedentemente fondato con un gruppo d’intellettuali, nelle Edizioni di Comunità.
Muore improvvisamente nel 1960, lasciando un'azienda presente su tutti i maggiori mercati internazionali.