Compositore. Era figlio di un gentiluomo lombardo o emiliano e di una nobile modenese trasferitisi a Roma nel 1644. Rimase orfano intorno al 1655 e non si sa con certezza con quali maestri abbia studiato. Al 1663 risale la prima composizione a noi nota, scritta al tempo del servizio prestato presso Cristina di Svezia. Passato, l'anno successivo, al servizio dei Colonna, con vari spostamenti a Venezia, Firenze e Vienna per organizzare rappresentazioni di propri lavori teatrali, incominciò quella vita avventurosa che doveva renderlo quasi leggendario. Coinvolto in scandali di natura amministrativa, nel 1677 fuggì da Roma, rifugiandosi con l'amante, moglie d'un notabile veneziano, a Torino. Qui fu raggiunto da due sicari che lo accoltellarono; salvatosi, dovette riparare, nonostante la protezione della reggente del ducato sabaudo, a Genova, dove si compromise in un'altra avventura amorosa e morì pugnalato. La vastissima produzione di S. è caduta in gran parte nell'oblio e solo di recente ha cominciato a essere esaminata in modo ampio e approfondito; un catalogo tematico di tutte le sue opere è stato approntato nel 1991. Quanto è oggi noto basta a indicare in lui uno dei protagonisti del Seicento musicale italiano. Fra i lavori teatrali meritano grande considerazione Il trespolo tutore (1674 ca), Lo schiavo liberato (1674), La forza dell'amor paterno (1678), Il barcheggio (1681); ma forse la fantasia inquieta di S. trovò l'espressione più compiuta nell'ampia produzione di cantate cameristiche (oltre 220), che contengono frequenti riferimenti autobiografici e annoverano gli esempi più alti del genere prima di A. Scarlatti. Sempre nel campo della musica vocale, si ricordano, oltre a una cinquantina di madrigali e una ventina di mottetti, sei importanti oratori, tutti scritti a Roma: Santa Editta, San Giovanni Grisostomo, Santa Pelagia, Susanna, Ester liberatrice del popolo ebreo e San Giovanni Battista. In quest'ultimo oratorio, che è datato 1675, si incontra nell'accompagnamento delle arie la divisione dell'orchestra d'archi tra «grosso» e concertino che sarà tipica del concerto grosso. L'apporto di S. alla definizione di questo genere fu decisivo: suo è il primo concerto grosso finora noto, una Sinfonia in re maggiore databile probabilmente intorno al 1670. Il genio di S. si rivela anche nelle altre composizioni strumentali chiamate «sinfonie», che comprendono sonate a tre, sonate per violino, violoncello e basso.