Compositore. Decisivi per il suo orientamento in campo operistico furono gli studi compiuti con F. Faccio al conservatorio di Milano e l'amicizia con A. Boito: due esponenti della scapigliatura che tentavano un'alternativa alla tradizione italiana. Dopo gli esordi a Milano, con le opere Preziosa (1879) e Bianca di Cervia (1882), S. si collegò, con Il vassallo di Szigeth (rappresentato con buon successo a Vienna nel 1889), alle tendenze tardoromantiche in voga nell'area austro-ungarica, specificamente al teatro musicale di B. Smetana e di A. Dvoák: il favore con cui E. Hanslick e J. Brahms videro l'opera di S. era lo stesso che il celebre critico e il musicista riservavano ai compositori delle scuole nazionali dell'epoca. Successivamente al suo ritorno a Trieste, nel 1895, S. si richiamò in parte a procedimenti wagneriani: il suo linguaggio musicale rimase ancorato allo stile mitteleuropeo, ma vennero aboliti i pezzi chiusi in favore della struttura continua e vennero adottati procedimenti sinfonici, che furono tuttavia sottomessi alla vocalità. Nacquero così Nozze istriane (1895), che resta l'opera più nota del compositore, e il trittico costituito da La falena, Oceana e L'abisso (1897, 1903, 1914). A lui si deve inoltre, in collaborazione con V. Tommasini, il completamento del Nerone di Boito.