Bruno Gambacorta è un italiano vero, per dirla alla Toto Cutugno, perché è nato e ha studiato a Napoli, poi ha lavorato una dozzina d’anni a Milano e sedici anni, finora, a Roma.
Ha sempre voluto fare il giornalista, ma prima di riuscirci si è laureato velocemente in Medicina con 110 e lode e una tesi sui rischi professionali della danza.
È entrato in Rai vincendo una borsa di studio e ha aspettato quattro anni per essere assunto, finalmente, nel 1986.
Dal 1987 è giornalista professionista e, da cinefilo e grande cultore del rock degli anni Settanta, nella sua second life (dopo quella di aspirante medico) ha frequentato festival e concerti, registi e rockettari, prima di passare, nella sua terza vita, a cantine e cucine, chef e produttori di qualità.
Gli piacciono i risotti e le bistecche di chianina, e impazzisce letteralmente per i dolci napoletani.
Con la moglie Luisa gira il mondo, anche se ha visto solo una cinquantina di paesi. È appena un po’ meno interista di Beppe Severgnini, a fianco del quale ha assistito al trionfo di Madrid 2010. Per scrivere il suo libro Eat Parade (Vallardi 2011) ha sospeso la palestra e ha preso tre chili.