"Nome d'arte di C. Fabienne Dorléac, attrice francese. Ha solo quattordici anni quando fa un’apparizione sullo schermo in La collégienne (1957) di A. Hunebelle. È presente in altri film di scarsa importanza fino a quando il regista R. Vadim, allora suo compagno, le affida una parte in Il vizio e la virtù (1963). Viso angelicato e corpo sinuoso, si trova così calata nelle vesti di una fanciulla illibata rinchiusa in un bordello nazista e schiavizzata dalle ss. Il film, che vorrebbe ispirarsi al marchese De Sade, risulta alquanto rarefatto, ma l’attrice si destreggia meglio che può nel giocare sul contrasto tra un’apparente innocenza e il fondo di viziosa sensualità del suo personaggio di adolescente costretta al sacrificio. Ottiene il primo ruolo di protagonista in Les parapluies de Cherbourg (1964) di J. Demy, che vince a Cannes e che costituisce il primo trampolino della sua carriera. Successivamente viene notata nell’inquietante Repulsion (1965) di R. Polanski (dove interpreta una giovane manicure sessuofoba che uccide gli uomini che le stanno attorno); l’anno dopo L. Buñuel la vuole in Bella di giorno (1967), dove, recuperando l’ambivalenza purezza/perversione del suo personaggio nel film di Vadim, la trasforma in Séverine, rispettabile moglie di un uomo ricco, che si prostituisce per puro istinto liberatorio. La D. diventa così una star di levatura internazionale, in grado di recitare sia in opere di carattere sperimentale, come Les créatures (1966) di A. Varda, sia in film di grande produzione, per es. Mayerling (1968) di T. Young, girato negli Stati Uniti. L’enigmaticità dei suoi personaggi appare ancora più sottile in La mia droga si chiama Julie (1969) di F. Truffaut, e sembra sempre più affinarsi nella figura torbida e ineffabile di Tristana, nel film omonimo di Buñuel (1970). Recita per i maggiori registi europei, come protagonista o come comprimaria di lusso, in un gran numero di film, fornendo alcune prove di alto rango, come in La cagna (1972) di M. Ferreri, Casotto (1977) di S. Citti, L’ultimo metrò (1980) di F. Truffaut, Speriamo che sia femmina (1985) di M. Monicelli, Il convento (1992), Dancer in the Dark (2000) di L. von Trier, dove veste con disinvoltura i panni di un’operaia amica della protagonista, interpretata dalla rockstar Björk, Otto donne e un mistero (2002) di F.?Ozon, dove appare in una memorabile scena lesbica con F.?Ardant, Un film parlato (2003) di M. de Oliveira, I tempi che cambiano (2004) di A. Téchiné e Racconto di Natale (2008) di A. Desplechin. È anche la voce della madre di Marjane nella versione francese di Persepolis (2007) di V. Paronnaud e M. Satrapi. Altera ed elegante, dotata di un erotismo algido ma irresistibile, per oltre trent’anni incarna sullo schermo il prototipo della bellezza francese, in un mix ineguagliato di glamour e sensualità. "