Erich Mühsam, nato in una famiglia benestante di origini ebraiche, fu un protagonista della scena letteraria e politica tedesca del primo Novecento. Anarchico, pacifista e strenuo oppositore del nazionalsocialismo, pubblicò articoli e saggi politici, poesie di denuncia, testi teatrali e prose satiriche (tra cui La psicologia della zia ricca, testo più volte pubblicato anche in traduzione italiana), da cui emerge la sua avversione per la morale borghese e il capitalismo. Visitò più volte la comune del Monte Verità, nel Canton Ticino, che raccontò – senza lesinare le critiche – nell’opuscolo Ascona (1905), comprendente una scherzosa Canzone del vegetariano. Per il suo sostegno al governo rivoluzionario della Baviera, nel 1919 fu accusato di alto tradimento; trascorse in carcere cinque anni, durante i quali continuò a scrivere e tenne lezioni di «socialismo scientifico» rivolte agli altri prigionieri. Nel 1933, con l’ascesa del nazionalsocialismo, il regime decise di fare dell’«ebreo rosso» una vittima esemplare: nuovamente imprigionato, morì l’anno successivo nel campo di concentramento di Oranienburg.