Forugh Farrokhzad nasce a Tehran nel 1934 e muore tragicamente in un incidente d’auto, sempre in Iran, nel 1967. Sposa giovanissima, rompe presto i legami matrimoniali per dedicarsi interamente alla scrittura e all’arte, che coltiva con passione sia in patria che in Europa. Figura di spicco del modernismo persiano, è ricordata per la sua audacia nel rompere con le convenzioni dell'epoca, provocando scandali ma anche entusiasmi in un contesto sociale ancora fortemente tradizionale.
Nel 1963, scrive e dirige La casa è nera, un cortometraggio di venti minuti ambientato in un lebbrosario, che riscuote grande interesse nel mondo cinematografico internazionale, mettendo in luce il suo talento e la sua sensibilità artistica. Parallelamente, le sue raccolte poetiche segnano una svolta nella letteratura iraniana, esplorando temi di grande profondità emotiva e intellettuale.
Tra queste ricordiamo La strage dei fiori (Orientexpress, 2008); È solo la voce che resta (Aliberti Editore, 2009); Io parlo dai confini della notte (Bompiani, 2023 – comprendente: Una rinascita, l'ultima opera pubblicata in vita dalla poetessa, considerata un capolavoro del modernismo persiano) e Tutto il mio essere è un canto (Lindau, 2023).