Gian Renzo Morteo è stato teorico e storico del teatro particolarmente attento alla “molteplicità” e “labilità” del fenomeno teatrale in senso più ampio. Dal 1951 al 1953 è stato assistente di Italiano presso il Liceo maschile di Stato di Montpellier. Da qui l’inizio di una lunga frequentazione della cultura francese non soltanto drammatica. È stato docente all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, alla facoltà di Magistero e a quella di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Torino. Ha ricoperto diversi incarichi presso Il Teatro Stabile di Torino, tra cui membro della “direzione collegiale” 1968/70 e direttore del Centro Studi. Ha svolto un’intensa attività di traduttore, trai i molti autori da lui tradotti: Georges Ribemont-Dessaignes, Arthur Adamov, Eugéne Ionesco, Jean Tardieu. Ha collaborato con riviste, case editrici e ha fondato e diretto il periodico “Linea Teatrale”. Autore di numerosi articoli, prefazioni e saggi, tra i suoi volumi si ricordano: Il teatro popolare in Francia (da Gémier a Vilar) (1960); Idea della regia teatrale in Italia dal 1920 al 1940 (1974); L’animazione come propedeutica al teatro (1977); Spettacolo e spettacolarità tra Langhe e Roeri (1981). Tra le sue drammaturgie infine ricordiamo: Sordoliberatutti (Compagnia dei Burattini di Torino, Teatro dell’Angolo, 1974); La Porta, azione in due tempi danzata e mimata (Compagnia di danza contemporanea Bella Hutter, 1976); Abiti negri e altre colombe (Teatro dell’Angolo, Compagnia Bella Hutter, 1978); Tiocolck computer folk (Assemblea Teatro, 1985).
Da ricordare infine Ipotesi sulla nozione di teatro, per anni circolato nalla forma di dispensa universitaria e riproposto, a trent'anni dalla scomparsa del suo autore, arricchito da una prefazione di quello che fu il suo interlocutore sodale di sempre, Giovanni Moretti (Edizioni SEB27, 2019).
Fonte immagini e testo: gianrenzomorteo.com; Edizioni SEB27.