Gigliola Carusi (da sposata e in arte Gigliola Franco), nasce a Roma e trascorre i primi anni della sua vita a Firenze e a Roma. Il padre, medico, libero docente universitario di Patologia Speciale Medica, si rifiuta di prendere la tessera del fascio e viene osteggiato nella carriera universitaria, ma nel 1931 vince un concorso come primario medico all'Ospedale San Lazzaro di Alba, e lì resterà sino al 1964. La famiglia si trasferisce con lui. Gigliola vive a Alba fino all'età di 18 anni, poi si iscrive all’Università a Torino, dove si laurea in Lettere e Filosofia con una tesi in Letteratura Americana.
Ad Alba frequenta ed è amica di Beppe Fenoglio, di due anni più grande, che si invaghisce di lei. Un giorno, mentre sono nella casa dei genitori di Beppe Fenoglio, lui le dice: <Guarda, ti faccio vedere una cosa...>. E aprendo un cassetto di un comò tira fuori un mitra avvoltolato in un panno. Erano gli anni della Resistenza. Gigliola a volte fa da staffetta partigiana, il padre Lorenzo Carusi è protagonista ad Alba di diversi episodi di eroismo. Gigliola è a conoscenza di due importanti segreti che riguardano Una questione privata di Fenoglio, ma ha stabilito che potranno essere divulgati, nel caso, solo quando non sarà più in vita.
Dopo la laurea in Lettere, lavora a Milano come giornalista presso una importante agenzia giornalistica, ma decide di interrompere tale attività, tornando a vivere a Torino, per sposare Pierluciano Franco, da cui avrà tre figli: Daniele, Antonello e Corrado. A loro si dedicherà a tempo pieno per molti anni. Dopo 15 anni circa il matrimonio entra in crisi.
A quarant'anni Gigliola prende l'abilitazione di insegnamento in Lettere e comincia a insegnare nelle Scuole superiori. A cinquant'anni si separa (anche se non giuridicamente) dal marito. Costituisce una compagnia teatrale e diventa regista. Mette in scena dapprima autori contemporanei e poi scrive per suo conto i testi, operando soprattutto nelle scuole superiori con spettacoli legati alla didattica scolastica. Negli anni '70 è femminista militante e scrive numerosi testi teatrali femministi che mette in scena con la sua compagnia. Molti suoi testi sono depositati presso la S.I.A.E., dove Gigliola è autrice associata con il cognome Carusi.
A partire dai suoi 70-75 anni e fino a 85 anni, scrive occasionalmente delle poesie acidissime, sue riflessioni sulla vita, taglienti come lame. Nel maggio 2010 ha una grave crisi di salute (Gigliola è affetta da anni dal morbo di Parkinson), e viene ricoverata in ospedale in pericolo di vita. Il figlio Corrado, regista cinematografico, raccoglie le poesie scritte dalla madre e invita gli attori che hanno lavorato con lei, nonchè gli amici cari, a leggergliele durante le visite. Per fortuna Gigliola, dopo un mese di degenza, supera la crisi. In ospedale Gigliola scrive la sua ultima poesia: <Donne anziane malate in una stanza di ospedale>.
Il figlio Corrado mette insieme le poesie nella raccolta intitolata Non sono poesie, e a Ottobre 2011 decide di pubblicarle lui stesso, costituendo una propria casa editrice, la Corrado Franco Editore.
Dal sito ufficiale della scrittrice.
Sotto: Gigliola Franco con il figlio Corrado nel 2011