(Bra, Cuneo, 1922 - Milano 2005) scrittrice italiana. Figura importante nella cultura del dopoguerra, collaboratrice di molti giornali, parlamentare impegnata per i diritti delle donne e per la pace, ha esordito con il garbato Un ciclone chiamato Titti (1969), ispiratole dalla figlia. Alla figura del marito, protagonista della Resistenza, scomparso prematuramente, sono dedicati Approssimato per difetto (1971), una delle sue opere migliori, e Raccontiamoci com’è andata (2003). Tra i numerosi romanzi, in cui una tormentata vena introspettiva s’innesta su un solido impianto realistico e sull’efficace ricostruzione di vicende e momenti storici, si segnalano: La spiaggia del lupo (1977, premio Campiello), Fuori scena (1979), Tosca dei gatti (1983, premio Viareggio), Tra le mura stellate (1991), Il bastardo (1996). Le passioni che hanno dato senso alla sua vita sono la materia di Inventario (1997), mentre l’intenso Càpita (postumo, 2005) è una riflessione incalzante sull’esistenza, filtrata attraverso l’esperienza della malattia. Ha pubblicato anche racconti, testi teatrali, un libro per l’infanzia e numerosi saggi (Fenoglio, 1972; Sbarbaro, un modo spoglio di esistere, 1981; Russia oltre l’URSS, 1989; Il decalogo di Kieslowski, 1992).