Marco Giacinto Pannella (nato a Teramo nel 1930 e laureato in legge nel 1950) è stato uno dei protagonisti della storia politica del dopoguerra italiano, e tra i fondatori, nel 1955, del Partito Radicale dei Democratici e dei Liberali (insieme a Pannunzio, Carandini, Cattani, con l'appoggio di Leo Valiani, Eugenio Scalfari...) formazione politica promossa dalla sinistra liberale (fuoriuscita dal Partito Liberale Italiano). «Un partito nuovo per una politica nuova», lo slogan scelto per il battesimo di una forza politica nata, paradossalmente, per combattere proprio la partitocrazia, come ripeterà instancabilmente Pannella nel corso dei decenni.
Diventa segretario del Partito nel 1963 e già nel 1965 si impegna nella campagna divorzista con Loris Fortuna. Nel 1974 conduce l'iniziativa per il no all'abrogazione del divorzio. Un anno dopo, inizia la battaglia per la depenalizzazione delle droghe leggere facendosi arrestare per aver fumato uno spinello in pubblico.
Nel 1979 Pannella riesce a portare a Montecitorio Leonardo Sciascia, che vi sarebbe rimasto, come deputato radicale, fino al 1983.
È del 1981 la vittoria al referendum per il no all'abrogazione dell'aborto. Negli anni Novanta trasforma i radicali in un partito transnazionale, occupandosi di lotta contro la pena di morte e del grande tema della fame nel mondo.
Nel 1976 entra per la prima volta alla Camera come deputato: sarà rieletto nel '79, nell'83 e nell'87. In tanti, negli ultimi anni, hanno invocato un seggio come senatore a vita per Marco Pannella, ma il leader radicale è morto (il 19 maggio 2016) senza aver mai ricevuto questo riconoscimento.
Nel 2016 esce per i tipi Mondadori la sua autobiografia Una libertà felice. La mia vita.
“A Pannella dobbiamo veramente due cose, malgrado le sue mattane. Effettivamente riuscì a impedire a una certa aliquota di giovani di finire in braccio al terrorismo, cioè gli dette un’altra bandiera. E alcune battaglie sue furono sacrosante, come quella del divorzio che appoggiammo. Poi verso Pannella io ho una certa simpatia, dovuta al mio vecchio fondo anarchico, libertario, che ritrovo in lui. È una simpatia genetica. Ritrovo in lui quello che io sono stato a vent’anni”. (Indro Montanelli)