Nome d'arte di Sofia Villani Scicolone, attrice italiana. Cresciuta nei bassi di Napoli e allevata da una madre dalla bellezza fuori dal comune che, anche se per poco, lavora come sosia di G. Garbo, grazie a una corporatura da dea greca e un volto solare comincia giovanissima a lavorare nei fotoromanzi e a incantare le giurie di Miss Italia. Ben presto passa al cinema in particine di poche pose che già mostrano tuttavia quanto la volitiva ragazza riempia l’inquadratura con la sua straordinaria presenza scenica. Nel 1953 gira Africa sotto i mari di G. Roccardi e adotta quel cognome d’arte, Loren, che ne rende facilmente pronunciabile, quasi musicale l’enunciazione. Lo stesso anno folgora il produttore C. Ponti, destinato a diventare suo pigmalione e fortunato marito. Questi le offre un contratto settennale lanciandola nel ruolo della popolana tutta fisico e cuore che trova la più compiuta espressione nella pizzaiola fedifraga dell’episodio Pizze a credito di L’oro di Napoli (1954) diretto da V. De Sica. Pronta per la ribalta internazionale, affronta Hollywood e sfoderando la congenita gagliardia femminile non si fa intimidire, pur con opere non eccelse, da smaliziati registi come M. Ritt in Orchidea nera (1958) o S. Lumet in Quel tipo di donna (1959). Per il veterano G. Cukor si presta anche a una atipica esperienza western impersonando un’attrice italiana travolta da una movimentata tournée lungo la frontiera in Il diavolo in calzoncini rosa (1960). La vera gloria la attende tuttavia al ritorno in Italia quando ancora V. De Sica le cuce addosso la parte della vedova Cesira destinata a condividere con la figlia il martirio dello stupro nell’Italia annichilita dalla guerra di La ciociara (1960), tratto dal romanzo di A. Moravia. Il film le vale una pioggia di premi fra cui Cannes e l’Oscar e consolida il sodalizio artistico con De Sica che la dirigerà nei migliori fra i suoi film seguenti, in particolare Matrimonio all’italiana (1964) e I girasoli (1969). Gli anni successivi la vedono limitarsi a partecipazioni straordinarie salvo un robusto ritorno da coprotagonista al fianco di M. Mastroianni in Una giornata particolare (1977) di E. Scola, dove dà vita con straordinaria intensità alla figura di una casalinga che si concede un fugace incontro con il vicino di casa (M. Mastroianni), omosessuale perseguitato dal regime, sullo sfondo della Roma fascista che assiste in parata allo storico incontro fra Hitler e Mussolini il 6 maggio 1938. Sempre alla ribalta dei mass media, persino con una breve e spettacolarizzata carcerazione per frode fiscale, continua a godere di una fama inossidabile ratificata da un Oscar alla carriera nel 1994, un analogo premio alla Mostra di Venezia nel 1998 e il titolo di Cavaliere della Repubblica. Nel 2002 torna sugli schermi in un ruolo delicatamente senile nel film Cuori estranei, diretta dal figlio E. Ponti, e nel 2004 si rimette in gioco nella commedia Peperoni ripieni e pesci in faccia (uscito in Italia nel 2006) di L. Wertmüller.