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I personaggi non sono il punto forte di questo libro, così come l'intreccio di storie (quella passata durante l'occupazione nazista e quella presente) non sono poi così legate come l'autrice vorrebbe far credere, tutta via i sentimenti e le emozioni che prova la protagonista ti si ritrovano sulla pelle, e anche i racconti sullo zio Charlie che ci arrivano tramite i manoscritti del padre, sono belli e fanno immaginare. Il punto forte di questo libro è secondo me è lo sguardo e il modo di vedere la vita della protagonista adolescente attraverso la quale ci viene raccontata la storia, in modo molto ironico e a tratti molto dolce. La brutalità della giovinezza e i disagi interiori sono forti in quest'isola piena di brutti ricordi. Secondo me è scritto molto bene e con talento. La trama promette più di quello che è poi in realtà, ma non annoia e non smette di emozionare.
Titolo intrigante, quarta di copertina accattivante, ma...un'opera decisamente insipida,non si capisce dove l'autrice volesse andare a parare, che storia scrivere!Romanzo (?) o reportage di occupazioni tedesche (?)? Decisamente su due binari diversi le vicende di zio e nipote che avrebbero dovuto far da collante a questa narrazione. L'esordio a parer mio piacevolmente dimenticabile di Mary Horlock, che finora ha scritto solo saggi sulla storia dell'arte e che, evidentemente, non hanno fatto di lei un'autrice di romanzi. Pesante pure la lettura, poco scorrevole e in alcuni tratti fuorviante. No, non ci siamo.
Quando si dice "mettere troppa carne al fuoco". Difficile voler descrivere la storia dell'ambigua amicizia che lega le due ragazzine, Catherine e Nicolette,lasciando entrare a proposito e a sproposito nel racconto la vicenda dell'occupazione tedesca dell'isola durante la seconda guerra mondiale. O si sceglie di percorrere una strada narrativa o l'altra. La tragica storia dello zio di Catherine,vissuto durante l'occupazione che nel libro scorre parallelamente a quella della nipote, non aiuta nella lettura, anzi, da' l'impressione di qualcosa di poco verosimile (in qualche modo, sotto diversi aspetti, ai due ragazzi sembrano accadere eventi che hanno qualcosa in comune) I continui rimandi alle note a pie' di pagina sono poi oltremodo urtanti: non c'è quasi pagina del libro che ne sia priva! Possibile che una ragazzina di 15 anni, seppur appassionata di storia, in particolar modo della storia dell'isola (i cui particolari ha devotamente raccolto il padre) senta la necessità impellente di continuare a citare fatti più o meno rilevanti accaduti durante l'occupazione nazista, in quello che dovrebbe essere, a quanto sembra, il suo diario privato?? Dispiace perché la citazione sulla copertina sembrava promettere molto, ero convinto di avere davanti un libro che avrebbe percorso i sottili movimenti interiori che tessono la tela dell'ammirazione/invidia fra adolescenti. Rimane del tutto irrisolta la figura di Nicolette, stereotipo della lolita già letto/visto un po' dappertutto, cattiva tout court e bell'e finita. Insomma, un'amicizia tradita (ma alla fine non se ne coglie il motivo...la rivalità fra le due ex amiche appare un po' troppo banale per giustificare tanto odio da parte dell'una), il resoconto di uno zio che ha vissuto una tristissima vicenda familiare durante l'occupazione, insistiti rimandi alla vita sull'isola durante l'occupazione tedesca...il tutto non è amalgamato e molti passaggi appaiono forzati. Che cosa volesse narrare l'autrice,non l'ho capito affatto.
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