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La luna, il cibo e i falò. La cucina sulle colline di Cesare Pavese
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La luna, il cibo e i falò. La cucina sulle colline di Cesare Pavese - Giovanni Casalegno - copertina
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luna, il cibo e i falò. La cucina sulle colline di Cesare Pavese

Descrizione


Cesare Pavese è diventato un'icona del turismo enogastronomico. Il suo nome, insieme a quello di Fenoglio, viene utilizzato come sostegno per molte presentazioni di quell'eden di cibi e di vini che sono diventate le Langhe. Citazioni tratte dalle sue opere le ritroviamo accostate a ristoranti, vini, tartufi, inserite in tante promozioni turistiche. In buona parte della sua opera c'è un forte radicamento verso quest'area piemontese, che si è manifestato attraverso pagine notissime con rappresentazioni di paesaggi, riti, persone, stagioni di un mondo rurale così com'era più di cinquant'anni fa. Pavese pur immerso in questo specifico microcosmo geografico e sociale appare a prima vista carente come narratore delle abitudini alimentari del mondo contadino. Il cibo fa capolino solo in modo occasionale. I suoi personaggi, soli o in compagnia, mangiano, certo, però è pressoché assente una loro precisa caratterizzazione gastronomica. Una attenta ricognizione delle sue pagine dimostra invece che la presenza del cibo ha un ruolo niente affatto marginale.
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Dettagli

2008
1 aprile 2008
123 p., Brossura
9788895177199

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sandrinogoloso
Recensioni: 4/5

Ho partecipato a una degustazione letteraria di Eataly in cui è stato presentato questo libro, accompagnato da due buoni piatti e da un'ottima Barbera superiore. Incuriosito dalla presentazione dell'autore sul tema del cibo nell'opera pavesiana, ho letto subito il libro (che è piuttosto breve) e ho trovato molti riferimenti, anche se sintetici, al cultura gastronomica contadina di molti decenni fa. Non ho ancora letto le ricette ma conto di provarne qualcuna.

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sara80
Recensioni: 5/5

Sono una lettrice fedele della collana "leggere è un gusto". Questa novità su Pavese mi è subito piaciuta per la bellissima copertina. Poi leggendo il libro ho riscoperta Pavese sotto un'altra dimensione. L'autore ha cercato a fondo tutte le connessioni con il cibo che si trovano nella sua opera. Molto bello e profondo il capitolo su "Feria d'agosto". Le ricette sono esposte in maniera molto chiara. Ho già provato ad eseguirne una, con un certo successo (mi hanno detto).

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La recensione di IBS

Cesare Pavese è diventato un'icona del turismo enogastronomico. Il suo nome, insieme a quello di Fenoglio, viene utilizzato come sostegno per molte presentazioni di quell'eden di cibi e di vini che sono diventate le Langhe. Citazioni tratte dalle sue opere le ritroviamo accostate a ristoranti, vini, tartufi, inserite in tante promozioni turistiche. In buona parte della sua opera c'è un forte radicamento verso quest'area piemontese, che si è manifestato attraverso pagine notissime con rappresentazioni di paesaggi, riti, persone, stagioni di un mondo rurale cosí com'era più di cinquant'anni fa. Pavese pur immerso in questo specifico microcosmo geografico e sociale appare a prima vista carente come narratore delle abitudini alimentari del mondo contadino. Il cibo fa capolino solo in modo occasionale. I suoi personaggi, soli o in compagnia, mangiano, certo, però è pressoché assente una loro precisa caratterizzazione gastronomica. Parrebbe quindi una contraddizione proporlo in questa collana. Ma non è cosí. Una attenta ricognizione delle sue pagine dimostra invece che la presenza del cibo ha un ruolo niente affatto marginale. I riferimenti ai singoli prodotti gastronomici nell'atto, privato e collettivo, del mangiare appartengono sia all'aspetto più realistico dell'opera pavesiana sia al suo sistema simbolico e metaforico. Attraverso una passeggiata su e giù per le sue colline troveremo riferimenti al cibo come specchio della miseria contadina o come occasione per celebrare le feste legate ai raccolti agricoli. Incontreremo pasti poveri fatti di polenta e minestra ma anche banchetti più ricchi con i piatti migliori e più elaborati, che ancora oggi rappresentano la più tipica tradizione. Ma troveremo anche riferimenti gastronomici in relazione a tipiche tematiche pavesiane, quali la solitudine, la morte, la fuga e il ritorno alle proprie radici.

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