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La luna di sotto Dopo Prigionieri dell’odio, (Luglio Editore, Trieste 2016) Andrea Ribezzi, ispirandosi a fatti realmente accaduti, affronta nuovamente un personaggio “minore” il cui ruolo è stato invece determinante nell’ora più buia e drammatica di quella parte di Europa, compresa tra il Friuli Venezia Giulia, la Slovenia e la Croazia, nota anche come Confine Orientale. Luigi Ziani, alias Settimo, membro del Partito comunista italiano, è inviato da Togliatti nel 1944 nella Zona d’operazioni del Litorale Adriatico (OZAK) saldamente in mano ai nazisti, per cercare di dirimere le controversie fra i resistenti italiani e sloveni. Il compito da affrontare sarà più gravoso di quanto si sarebbe aspettato e con un ingente carico di responsabilità. I suoi tentativi di comporre i dissidi interni fra le due fazioni si dovranno tuttavia misurare con una contrastata storia d’amore che farà vacillare la sua adamantina regola di vita e metterà in discussione i diktat di partito. La passione che da sempre l’autore nutre per la Storia ha contrassegnato anche i suoi gialli ambientati a Trieste e in Istria, e, unendosi alla minuzia dell’investigazione gli ha consentito di riportare alla luce vite di uomini e donne transitati fuggevoli nel turbine degli eventi bellici che li hanno visti coinvolti. La luna evocata nel titolo è foriera di una certa ambiguità: appare e scompare tra le pagine, a far da contraltare a speranze, azioni, notturni d’amore, decisioni prese e rimandate. Tanto da far pensare ai versi leopardiani: Che fai tu, luna, in ciel? dimmi, che fai, Silenziosa luna? Un doppio interrogativo e nessuna risposta. Come nei suoi romanzi d’investigazione, anche in un affresco storico come questo, è il dubbio a far da filo conduttore: nel romanzo non c’è spazio per certezze o per tesi preconfezionate, soprattutto quando le vicende rievocate sono ancora ferite aperte e i ricordi mai sopiti.
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