L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Maurizio Fiorino ci trasporta in una periferia di un Sud arcaico, fatto di esistenze disperate che non hanno paura di mostrare i loro abissi interiori.
«Una storia che non lascia scampo, più dei precedenti romanzi dell’autore – dove non è che non abbondassero i drammi, ma lì la pressione del dolore allentava nel germe di proiezioni benefiche, da immaginare come simbolica possibilità di un (pur anticonvenzionale) lieto fine» - Quotidiano del sud
«Romanzo-ballata sanguinante, scavato nella pietra della Sila, ambientato nel paese di una conca bollente della Calabria. Vi si parla di un dolore antico, di una bruttezza (di volti sfigurati) irredimibile, di colpe segrete, di un destino ineluttabile che forse riguarda tutti noi (il Sud è metafora dell'esistenza, non solo luogo geografico). L'incipit è cinematografico, quasi Scorsese, e al tempo stesso sorretto da una lingua tesa, personalissima» - Filippo La Porta, la Repubblica
«Macello conferma Fiorino come autore di spessore, elegante e con senso della misura anche quando naviga nelle paludi del peggior degrado. La sua è una voce salda, precisa, lontana dalle bellurie. Qualcosa che, nonostante la pesantezza delle vicende, è stimolante leggere» - Tuttolibri
Anni '70, siamo a Bagnamurata, un minuscolo paese periurbano di un Sud scabroso e arcaico. Biagio cerca in tutti i modi una via di scampo: figlio unico e orfano di madre, viene cresciuto da Bruno, il macellaio del paese, nonché un uomo prigioniero dei propri silenzi, come tanti personaggi del romanzo, cani sciolti divorati dal bisogno di lasciare un segno, anche disperato, della propria esistenza. C'è Vittorio, il vecchio “vizioso” del paese che paga i ragazzini in cambio di rapporti squallidi e umbratili. Lia, la vicina di casa che pratica bassa magia fino a diventarne ossessionata. Poi Elsa, l'unica donna che sembra in grado di amare suo padre ma che, con la stessa rapidità con la quale si infila nella loro vita, così scompare. E Sara, una vecchia compagna delle scuole elementari che il protagonista finirà per sposare e che proverà, invano, a rendere felice. Infine lui, Alceo, un giovane sognatore che farà respirare a Biagio l'unico istante di tregua di quel mondo-tritacarne dentro il quale, prima o poi, si finisce dentro. Scavando all'interno di ogni singola frase con una scrittura capace di riempirti i polmoni d'aria e di toglierti il fiato un attimo dopo, Fiorino traccia un ritratto emozionante di quelle esistenze che, prima di essere messe al mondo, sembrano essere state imbottite di esplosivo. Senza sconti e con lucidità spiazzante, ci mostra gli abissi emotivi che ognuno di noi si porta dentro e che, come la lama sottile di un coltello, insistono sempre attorno alla stessa ferita, rendendola un'inarginabile e dolorosa crepa dentro la quale non si può che guardare a sé stessi.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Macello (E/O, 2021) è il secondo romanzo di Maurizio Fiorino, che ho decisamente apprezzato di più del primo Ora che sono nato (E/O, 2019) in cui l’identità e la famiglia sono sempre i due nodi centrali della narrazione dell’autore, che in questo secondo romanzo mi è sembrata meglio sviluppata e sicuramente più accattivante. A partire dal rapporto tormentato con il padre Bruno, macellaio del paese: «Prima di morire i maiali si pisciano addosso. Gli uomini no. Io non so cosa cazzo hai nel cervello. Da chi hai preso. Sembri uno stupido. Io alla tua età studiavo, lavoravo, portavo i soldi a casa. Non ce n’era manco bisogno, ma lo facevo lo stesso. Mio padre mi prendeva a pugni in testa se non lavoravo. A scuola ero bravo, non come te. Io un figlio stupido non lo voglio, nella famiglia mia di stupidi non ce ne sono mai stati. Alla tua età fumavo, andavo a femmine, ficcavo». Alla scoperta dell’amore vero, dei sentimenti guidati dal cuore e dall’istinto e non dai dettami sociali: «Avrei voluto dirgli che forse per lui era inevitabile sentirsi in quel modo, svuotato, poiché aveva riempito gli altri. Ma il mio scarno vocabolario, o forse la paura di dire una sciocchezza, me lo impedì. Gli dissi che ogni volta che guardavo il suo disegno iniziava a battermi forte il cuore. «È come se mi volesse comunicare qualcosa, però non so cosa. Non capisco che lingua parla». Con questo secondo romanzo, Fiorino si conferma un narratore delicato e capace, di cui sicuramente leggerò anche l’ultimo, uscito proprio in questi giorni proprio per l’editore E/O, Autoritratto newyorkese.
Premetto che ancora non ho finito di leggerlo, però questo libro mi sta piacendo molto. L'autore con il suo modo di scrivere semplice, ma non scontato riesce benissimo a trasportare chi lo legge dentro questo paesino popolato da personaggi realisticissimi
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore