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Ho assolutamente amato Madame Bovary. Un romanzo ricco di eventi, che non annoia e che gioca tantissimo sulla ripetizione dell’errore. Mi piace come trattano la questione del non accontentarsi mai. Mi piace in generale anche il modo di scrivere, mi ha coinvolto all’interno dell’opera senza rendersi pesante.
Sicuramente uno dei classici più rivoluzionari di sempre. Secondo la mia personale opinione, però, è risultato prolisso nelle descrizioni e poco focalizzato sulle vicende dei personaggi che sembrano essere esplorate un po' superficialmente. Per quanto concerne il personaggio di Emma Bovary, mi aspettavo una migliore analisi della sua personalità. Tutto risulta fuggevole.
"Aveva i capelli tagliati netti a frangia sulla fronte come un chierico di paese" (p. 3). "Papà Rouault guardò ancora indietro, non vide più nulla sulla strada. Si sentì triste come una casa vuota" (p. 25). "La conversazione di Charles era piatta come un marciapiede" (p. 33). "Il dolore scavava profondamente nella sua anima, con dolci urli, come fa il vento invernale nei castelli abbandonati" (p. 101). "Tuvache, curvo come un arco, non la smetteva di sorridere a sua volta, di balbettare, di protestar devozione alla monarchia" (p. 115). "Emma vi seguiva i teneri pensieri che vi chiocciavano dentro come una gallina seminascosta in una siepe di biancospino" (p. 140). Se vuoi scrivere un classico, sii generoso di similitudini; e se vuoi essere moderno, che siano spesso ironiche. "Ti bacio, figlia mia, e bacio anche voi, genero, e te, nipotina, su tutt'e due le guance. Sono con un'infinità di saluti, il vostro affezionato papà" (p. 140). "Una volta spuntò la luna; allora non mancarono di azzardare qualche frase sull'astro malinconico e pieno di poesia" (p. 209). Se vuoi essere (tardo)romantico, sii generoso di sentimenti; e se vuoi essere popolare, che siano spesso d'amore. "Il prete si asciugò le dita, buttò nel fuoco i batuffoli impregnati d'olio, e tornò a sedersi" (p. 261). "Quando le quattro corde furon sistemate, vi spinsero sopra la bara. Lui la guardava scendere" (p. 272) Se vuoi essere realista, sii parco di orpelli; e se vuoi essere Verga, aspetta una generazione. "Non è la cosa più penosa del mondo trascinare un'esistenza inutile come la mia?" (p. 191) Ma se vuoi diventare immortale, inventa Emma Bovary, e pazienza se ti porteranno in tribunale (i mediocri di ogni epoca adorano i TAR...) e se invece di chiamarti Flaubert e basta ti daranno del tardoromantico o del protorealista.
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