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Non un libro imperdibile e per molti aspetti limitato a stereotipi, ma lettura veloce e piacevole. La maestrina sembra la solita eroina ottocentesca fragile e pura, ma alla fine il personaggio è più complesso e forte di quanto appare inizialmente ed è la prima forma di emancipazione femminile: donna single, lavoratrice che lotta per far rispettare non solo il suo onore, ma anche il ruolo professionale che riveste. L'aspetto più interessante del libro è la descrizione della società dell'epoca che classifica a priori le persone in base alle classi di appartenenza. De Amicis è molto bravo nel descrivere diversi tipi di carattere, sia tra gli insegnanti che tra gli studenti-lavoratori anche se spesso ne escono più delle macchiette che dei veri personaggi a tutto tondo.
La giovane maestra Enrica Varetti è stata nominata, alla fine di novembre, quale supplente in una scuola elementare, corso serale, dalla Direzione delle scuole di Torino. La classe della Varetti è composta di quaranta alunni, "di ogni età, dai dodici ai cinquantanni: operai,..muratori, contadini, pastori". La maestrina, "sui ventiquattro anni, benché alta di statura, ne dimostra diciotto", è timida e un po' vergognosa e teme di non essere all'altezza del compito che gli è stato assegnato. A complicare la sua situazione è l'alunno Muroni, che si innamora di lei, ma che era stato in carcere per ferimento e, poi, " praticava la feccia dei malviventi della città e dei dintorni; giocatore, briacone, attaccabrighe, prepotente...". La corte del Muroni è insistente, ma la maestrina lo respinge e disperata si confida con la sua amica Mazzara, una donna emancipata, che le dice: "Gli uomini di tutte le classi sociali si valgono, salvo che i loro vizi e le loro colpe hanno un diverso colore: i signori bevon del vino più fino, frequentano delle male donne meglio vestite, e danno dei colpi di sciabola invece che dei colpi di coltello". La maestrina cederà al Muroni fortemente innamorato di lei, o continuerà ad ignorarlo?
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