Malalingua. L'italiano scorretto da Dante a oggi

Ai miei tempi, all'università, studiai la storia della lingua italiana come effetto e conseguenza di modifiche fonetiche, morfologiche, sintattiche e dialettali. Uno studio interessantissimo che però, come fa il libro del prof. Trifone, non teneva conte delle relazioni e delle interrelazioni, fra le varie differenze dialettali, della difficoltà di costruire una lingua italiana parlata che non fosse solamente quella letteraria, quella lingua parlata "contaminata" dai dialetti e dalle esperienze linguistiche degli autori. Il libro può essere letto da tutti, da tutti quelli che sono curiosi di conoscere come si è costruita la lingua che utilizziamo,a prescindere da Manzoni (che non viene mai ricordato, e che, per le finalità del libro, penso sia un bene)

Il sottotitolo di questo libro è "L'italiano scorretto da Dante a oggi", e inizia con "Questo libro rovista un po' perveramente nella pattumiera della lingua italiana". A parte la battuta iniziale, la logica del libro è semplice: le grammatiche, soprattutto quelle normative, fissano la forma ufficiale della lingua e tralasciano tutte le forme "errate" che però possono essere così tanto usate nella vita di tutti i giorni da poter diventare dopo qualche decennio o secolo corrette. Si parte dal nobile padre Dante, con Trifone che si diverte a raccogliere nella <i>Divina Commedia</i> tutte le occorrenze di parole che lo stesso Dante aveva definito "non adatte all'italiano" e si prosegue con esempi nel corso dei secoli fino ad oggi, tra scrittori noti e persone sconosciute. La prosa è sempre frizzante e scorrevole, e chi ama la lingua italiana, lungi dal mettersi a sghignazzare per gli svarioni anche dei grandi, potrà avere una visione più ampia e completa delle forze che l'hanno plasmata e continuano a farlo.