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Il mandolino del Capitano Corelli narra le vicende degli abitanti dell'isola di Cefalonia durante il periodo della seconda guerra mondiale. I protagonisti principali sono il dottor Iannis e sua figlia Pelaghia che si troveranno loro malgrado a ospitare in casa loro il capitano Corelli. Dopo la diffidenza e l'odio iniziale il rapporto tra i tre evolverà e cosi non ci si troverà più difronte al medico, la figlia e all'occupatore ma a tre persone che hanno imparato a convivere, che hanno imparato ad apprezzarsi e soprattutto anche ad amarsi nonostante le differenze che in principio li avevano portati a odiarsi.
Film brutto e anche fastidioso. Quello che mi ha dato veramente fastidio è la rappresentazione farsesca degli italiani: che cosa vorrebbe dimostrare questo film che l'esercito italiano era formato da tanti "coristi di parrocchia" arruolati a forza? Che prendono legnate dai greci al fronte, ma poi ballano e cantano con loro come se fosse una scampagnata tra scolaretti? Penso che quando si affronta un tema storico di questa drammaticità e importanza storica il minimo che possa fare lo sceneggiatore è di andarsi a leggere un buon libro di storia, tanto per capire lui stesso di cosa sta parlando. Stendiamo un velo pietoso su Cage, pessimo attore lui e ridicolo il suo personaggio. Le uniche note positive sono i bellissimi paesaggi greci e il personaggio di John Hurt, l'unico a risultare simpatico e con un po' di spessore.
In fondo non è poi malaccio. La storiella sentimentale è abbastanza classica. Sembra di vedere un 'Mediterraneo' un po più triste. E' ovvio che essendo un film basato su un libro scritto da un anglosassone, non può che essere pieno di stereotipi sugli italiani. Soldati che pensano solo a suonare, cantare, divertirsi e andare a donne. La storia dell'eccidio di Cefalonia è presentata di striscio, ma meglio così, viste le ultime novità su quanto realmente accadde in quei giorni. Complessivamente un film adatto ad un pubblico che ama le storielle 'romantiche'.
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