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Il manifesto del rinoceronte. L'avventura del liberalismo
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Il manifesto del rinoceronte. L'avventura del liberalismo - Adam Gopnik - copertina
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manifesto del rinoceronte. L'avventura del liberalismo

Descrizione


Questo saggio è un manifesto che affonda le sue radici nelle vite e nelle opere di chi ha inventato e sviluppato la tradizione liberale.

«Colto, brillante, ricco di umanità» - The New York Times Book Review

Nel momento storico attuale parole come populismo, sovranismo, nazionalismo sono diventate altrettanti leitmotiv della vita politica occidentale; in America come in Europa si aggira lo spettro di un autoritarismo grossolano, tracotante, che rischia di mettere in pericolo il pensiero che da secoli anima la vera democrazia: la tradizione liberale. Attaccato da destra come da sinistra, mai come oggi il liberalismo ha bisogno di essere riscoperto e tutelato, non come un catalogo di nozioni e diritti astratti, ma come la forma privilegiata con cui la politica si prende cura dei bisogni più concreti della società. Adam Gopnik, studioso nonché fiero paladino del liberalismo più autentico, ne ripercorre la vicenda storica e concettuale, dalle riforme ottocentesche alle lotte per i diritti civili del secolo scorso, ammettendone i fallimenti ed esaltandone i successi. Il risultato è un’appassionata – e appassionante – difesa del liberalismo, e al tempo stesso un modo per rileggerne i grandi protagonisti. Da David Hume a John Stuart Mill, da George Eliot a Emma Goldman, l’autore attinge alla filosofia, alla letteratura e agli ideali alla base di una pratica che vede nel cambiamento graduale il motore più efficiente della società moderna, lontano dalle violenze rivoluzionarie e totalitarie quanto dagli eccessi del capitalismo e della globalizzazione. È un’avventura avviata cinque secoli fa, e che non ha ancora esaurito la propria forza propulsiva: «Il liberalismo non è una teoria politica applicata alla vita. Piuttosto, è ciò che sappiamo della vita applicato a una teoria politica».
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Dettagli

2020
21 maggio 2020
288 p., Brossura
9788823524903

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Alce67
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Saggio elegante e godibile

L'autore racconta alla figlia l'avventura del liberalismo tramite un racconto elegante, colto e coinvolgente. La parte più teorica è accompaganata da gustose citazioni e racconti relativi ai protagonisti di questo percorso. Il liberalismo viene presentato come una pratica più che un'ideologia; tale pratica muove dalla coscienza della fallibilità di qualsiasi soluzione e dalla tolleranza per le differenze. Il valore della pratica liberalista sta dunque nella sua coscienza correttiva; essa consente di mettere tutto costantemente in discussione e dunque condurre ad un riformismo incrementale. Tale approccio è il nemico giurato del Concervatorismo: rispondendo all'ancestrale bisogno d'ordine dell'uomo, esso insiste sull'autorità, sulla giustizia più che sulla compassione, sull'identità a tutela delle tradizioni. Di quest'ultima il liberalismo è nemico giurato in quanto relativista, cosmopolità, difensore di una comunità non clan che si muove non per difendere le differenze, ma per convergere verso scelte condivise che affrontino il cambiamento. La sinistra attacca invece il liberalismo perchè troppo tiepido, poco incline a sovvertire un sistema che perpetra l'iniquità. La sinistra antepone la difesa dei ceti deboli alla libertà, in antitesi al liberalismo. Lo fa dimenticando i disastri del '900 e le posizioni eretiche di anarchici come Bakunin che dicevano "la libertà senza socialismo è iniqua, il socialismo senza libertà è schiavitù". Il liberalismo fa dunque propria la considerazione voltairiana per la quale le società gestiscono con successo il cambiamento non tramite la fanatica fedeltà a un ideale, bensì tramite la metodica infedeltà a soluzioni prefabbricate. Stimolante e divertente

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Adam Gopnik

1956, New York

Adam Gopnik scrive per il New Yorker dal 1986. Durante la sua collaborazione con la rivista, ha scritto pezzi umoristici e di fiction, recensioni di libri, profili, réportages e più di un centinaio di storie per la rubrica "The Talk of the Town and Comment".Gopnik è diventato critico d'arte per il New Yorker nel 1987. Nel 1990 ha collaborato con Kirk Varnedoe, allora curatore di pittura e scultura al MoMA, all'esposizione "High & Low: Modern Art and Popular Culture", scrivendo (assieme allo stesso Varnedoe) nel contempo il libro dallo stesso titolo.Nel 1995 Gopnik si è trasferito a Parigi e ha cominciato a scrivere la rubrica "Diario parigino" per la rivista. Una collezione (aggiornata e integrata) dei suoi essais parigini, "Paris to the moon", pubblicato nel...

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