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Manuale di grammatica generativa - Liliane Haegeman - copertina
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paperback 682 9788820322670 Ottimo (Fine).

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Manuale di grammatica generativa

Dettagli

1996
XVIII-664 p., ill.
9788820322670
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Indice

Introduzione: La prospettiva chomskiana allo studio del linguaggio - Il lessico e la struttura della frase - La struttura sintagmatica - La Teoria del Caso - Relazioni anaforiche ed NP espliciti - Categorie non esplicite: PRO e controllo - Trasformazioni: movimento di NP - Movimento wh - Un inventario delle categorie vuote - La Forma Logica - Le barriere - La minimalit+á relativizzata - Aspetti della sintassi dell'italiano. Bibliografia. Indice analitico.

Voce della critica


recensione di Cordin, P., L'Indice 1997, n. 3

Per lo sviluppo impetuoso che la grammatica generativa ha avuto dal momento della sua nascita, alla fine degli anni cinquanta ("Syntactic Structures" di Chomsky è del 1957), fino a oggi, e in particolare negli ultimi quindici anni dopo le famose "Pisa Lectures", risulta di grande utilità un manuale che presenti in una panoramica aggiornata i punti centrali della teoria attuale. Lo scopo del ponderoso libro della Haegeman, infatti, è proprio quello di offrire un'introduzione alla versione più recente della sintassi generativa, nota come teoria della reggenza e del legamento, o più sinteticamente G.B. Theory (Government and Binding Theory).
Il volume, dunque, fin dal titolo, non si propone come storia delle tappe della grammatica generativa, né si propone come discussione dei suoi fondamenti teorici, ma piuttosto arriva direttamente all'oggi e si presenta come un vero e proprio manuale di introduzione e di esercitazione a un approccio scientifico specifico. È per questo che l'attenzione dell'autrice è concentrata sulla parte più tecnica della teoria. Terminologia, regole, alberi, esercizi lasciano poco spazio alla discussione dei fondamenti motivanti, ai punti di partenza, cui la Haegeman dedica volutamente solo "uno schizzo breve e informale" nel primo capitolo introduttivo: segno evidente che il libro è diretto soprattutto a chi già sia convinto degli assunti su cui la grammatica generativa si basa, e cioè che esista una conoscenza interna e inconscia della grammatica di cui ogni essere umano è dotato, la quale consiste di principi linguistici universali, alcuni dei quali rigidamente fissati, altri invece ancora con una scelta "aperta" (parametri); tale grammatica viene attivata attraverso l'esposizione a una lingua particolare che permette al bambino di "chiudere" i parametri, di imparare il vocabolario e di fissare la cosiddetta periferia della grammatica, oltre che di apprendere tutte le convenzioni sociali e culturali associate alla sua lingua.
I capitoli in cui il libro è strutturato presentano i temi attorno ai quali la teoria è stata costruita, e sui quali più numerosi si sono concentrati i lavori dei linguisti generativisti: il ruolo del lessico per la determinazione della struttura della frase, la struttura sintagmatica, la teoria del caso, le relazioni anaforiche, le categorie "vuote", i vari tipi di movimento (di sintagma nominale, di "wh-", di testa funzionale), la forma logica, fino ad arrivare al programma minimalista degli anni novanta, che - come suggerisce il nome - porta verso una semplificazione della grammatica generativa, riducendo al minimo il numero dei livelli considerati (ora solo forma fonetica e forma logica), così come il numero dei principi e dei parametri, e infine il costo della derivazione da una struttura a un'altra mediante movimento di un costituente, poiché nessun movimento è introdotto liberamente, ma tutti devono essere motivati da una ragione specifica.
Ogni capitolo presenta un'articolazione costante, ispirata alla medesima griglia, con un'evidente funzione didattica: introduzione e sintetica presentazione degli argomenti, loro trattazione specifica, riassunto dei principali punti proposti, infine esercizi pertinenti. A partire dal quarto capitolo appaiono anche alcuni paragrafi dedicati a problemi e/o discussioni, dove l'autrice mette a confronto ipotesi diverse, e presenta come argomenti aperti alla ricerca futura alcuni dati problematici, per i quali non esiste ancora una spiegazione univoca, o che paiono contraddire una previsione teorica.
Il linguaggio dell'autrice, che è chiaro e piano, così come l'uso frequente di rappresentazioni grafiche (gli indicatori sintagmatici ad albero a cui certo si ispira - pur operandone una trasfigurazione romantica - l'immagine di copertina) e infine una vasta esemplificazione contribuiscono ad aiutare il lettore nel superamento delle difficoltà che una teoria altamente formalizzata senza dubbio presenta.
Molti esempi sono tratti dall'inglese e tradotti in italiano, quasi sempre con versione letterale interlineare, ma poiché la grammatica generativa è grammatica universale non mancano esemplificazioni e discussioni di fenomeni in altre lingue europee e non: oltre all'italiano, che ha un posto d'onore, figurano infatti, tra le numerose lingue discusse, anche francese, spagnolo, portoghese, tedesco, bulgaro, ungherese, cinese. Accanto alle varie lingue nazionali, non mancano nemmeno i dialetti, che aiutano a focalizzare problemi e parametri. È interessante inoltre osservare che dalla Haegeman vengono considerati e discussi non solo esempi dell'oralità, dettati dalla competenza dell'autrice e di altri parlanti, ma anche esempi di lingua scritta in diversi registri: si vedano, ad esempio, le frasi senza soggetto esplicito, citate dal diario di Virginia Woolf alle pp. 24 e 25, oppure le istruzioni di una ricetta, che mostrano la tendenza a sottintendere un argomento del verbo, riportate a p. 69.
Alcuni esempi, che si basano sui giudizi assai sottili dei parlanti a proposito di gradazione di accettabilità, possono risultare alquanto dubbi: in effetti pone in imbarazzo diversi parlanti l'esercizio di p. 23 dove si chiede di costruire una scala di accettabilità per le frasi "Quale uomo sai cosa Gianni darà a?", "Quale uomo pensi quando designeranno?", "Chi credi quale regalo darà?", "Quale regalo credi chi darà?", "Quale uomo credi se Gianni inviterà?", "Quale uomo credi cosa darà a Gianni?", "Quale uomo pensi quando inviterà Gianni?".
In generale, proprio per la sua precisione, e per il numero dei temi toccati (tanti da riempire ben dodici pagine nell'indice generale), il libro potrà interessare soprattutto chi abbia intenzione di avvicinarsi alla grammatica generativa non solo mosso da una vaga curiosità teorica, ma con un interesse applicativo, per iniziare a utilizzarne regole e condizioni nell'analisi di fenomeni linguistici specifici.
Dal momento che tutti coloro che lavorano entro l'approccio generativo devono necessariamente confrontarsi con i testi di Chomsky, e in generale con la letteratura generativa (che al 90 per cento è in inglese), potrebbe in un primo momento sembrare superflua una traduzione italiana del libro, certamente comprensibile in inglese a tutti i suoi potenziali lettori. Dopo aver letto il manuale si evidenziano invece i vantaggi della versione, che vanno ben oltre alla facilità di reperimento in Italia di un testo pubblicato appunto in italiano. Come afferma l'autrice nella prefazione, è "opportuno che un'introduzione alla teoria generativa sia tradotta in italiano, dato che la linguistica italiana è stata in vari modi al centro degli sviluppi della teoria".
Questa centralità la si può ricondurre non solo al fatto che la teoria della reggenza e del legamento è stata formulata per la prima volta quindici anni fa durante il soggiorno pisano di Chomsky alla Scuola Normale, ma soprattutto al fatto che alla messa a punto della teoria hanno contribuito in misura rilevante diversi linguisti italiani, lavorando in particolare su fenomeni dell'italiano stesso e dei suoi dialetti. La traduzione assume quindi una funzione non solo divulgativa, ma diventa quasi riconoscimento di merito e di importanza per la grammatica generativa italiana, la cui vitalità è testimoniata anche dal fatto che la versione italiana del libro della Haegeman è arricchita da un tredicesimo capitolo che Maria Teresa Guasti dedica ad alcuni aspetti della sintassi italiana. Alla luce di recenti lavori sui temi proposti, vengono discussi fenomeni sintattici come il movimento del verbo rispetto agli avverbi, la cliticizzazione dei pronomi e i verbi "complessi" (in particolare le costruzioni causative). L'attenta osservazione di differenze intralinguistiche - a volte minime - e di confronti interlinguistici permette di arrivare a interessanti generalizzazioni, conferme e precisazioni del modello proposto.

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